浊世 [The Mortal World] - 三千大千世界 [SanQianDaQianShiJie]

浊世 [THE MORTAL WORLD] – 三千大千世界 [SanQianDaQianShiJie]

Gruppo: 浊世 [The Mortal World]
Titolo: 三千大千世界 [SanQianDaQianShiJie]
Anno: 2017
Provenienza: Cina
Etichetta: Talheim Records
Contatti: Sito web  Facebook
TRACKLIST

  1. 净五根
  2. 一真法界
  3. 阿鼻业
  4. 五相应
  5. 中阴身
  6. 无生无不生
  7. 三千大千世界
  8. 是名世界
DURATA: 47:25

Talvolta ci si chiede come certi album passino pressoché inosservati, tanto da avere difficoltà a reperire informazioni utili a comprenderli a fondo e scriverne una recensione. Nel caso dei cinesi 浊世 (traducibile come The Mortal World) la mia prima ipotesi è stata la barriera linguistica, ostacolo spesso insormontabile per molti metallari non avvezzi ai sistemi di scrittura asiatici; mi sarei aspettato però di trovare qualche articolo su di loro, o almeno una pagina su Metal Archives o Rate Your Music. Niente di tutto ciò, invece: le recensioni — ammesso che ci siano — sono nascoste molto bene, gli Archivi Metallici li hanno perfino messi in blacklist e nessuna traccia nemmeno su uno dei siti più usati per scovare artisti semi-sconosciuti. Perlomeno su Discogs è riconosciuta l’esistenza del gruppo, peraltro con valutazioni molto alte.

Tutta questo preambolo per dire che 三千大千世界 (SanQianDaQianShiJie, tradotto: Tremila Mondi), l’album di debutto del duo preceduto solo dall’ep eponimo, è una piccola perla nascosta che meriterebbe molta più attenzione di quanta ne abbia avuta finora. Desolate e Dark Serpent hanno creato un’opera piena di contrasti e delle sensazioni più disparate, tanto da essere descrivibile con diversi aggettivi e al contempo con i loro esatti opposti. Questa caratteristica lascia talvolta interdetti e incuriositi, ad esempio nell’ambito grafico: da un digipak a ben diciotto pannelli ci si aspetterebbe un’illustrazione di un certo peso; eppure, una volta aperto, all’esterno si possono vedere solo una serie caratteri cinesi — il cui significato a me ignoto è probabilmente importante — e qualche bozza scarna nella fascia centrale, il tutto con pochissimi colori e con il classico filtro che fa apparire tutto molto black metal. All’interno la situazione è ancora più povera, con solo qualche fiamma nel buio più totale. A questo punto, si potrebbe pensare che anche la stampa sul disco sia così essenziale… e invece i Nostri ci piazzano un’illustrazione dettagliatissima in cui sono raffigurati i tremila mondi del titolo. Guardando il digipak nella sua interezza, l’impressione è che ci sia una simbologia di fondo, con le molteplici e variegate realtà al centro di un universo vuoto.

Allo stesso modo, il contenuto musicale si presenta con uno stile compositivo tutto sommato semplice, ma con diverse influenze che convergono al suo interno. Ponendosi a metà tra un rock malinconico a tratti tendente al post- e il black metal più deprimente, i The Mortal World si muovono principalmente su tempi medio-lenti con chitarre distorte e non, arricchendo il tutto con un ampio uso di tastiere che a tratti portano la musica verso lidi ambient e da cui fioriscono emozioni di ogni tipo. Il sound risultante da questo ibrido è etereo, alternativamente lugubre e sognante (“是名世界”), allo stesso tempo però in grado di garantire un senso di solidità tramite la cassa possente e decisa, nonché di rendersi fortemente roccioso nelle sue parti più dure, ad esempio con l’anima rock energica di “五相应”; in alcune delle fasi più leggere, invece, entra in gioco una discreta dose di psichedelia dalle venature estreme come accade con le tonalità serene di “阿鼻业” e nella lunga e atmosferica “三千大千世界”, il cui assolo conclusivo sembra arrivare direttamente dagli anni Settanta.

La natura sfaccettata di SanQianDaQianShiJie si riflette anche nel comparto vocale, in cui il classico scream aspro — lontano dagli ululati che spesso si trovano nel DSBM — dei passaggi più metallici si alterna a una voce calda e introspettiva, senza contare le parti cariche di riverbero in sottofondo che accompagnano alcuni momenti particolarmente inquietanti. È soprattutto nel cantato pulito che si può percepire la provenienza cinese del duo, insieme ad alcune melodie delle tastiere.

SanQianDaQianShiJie non è certo un album esente da pecche, portandosi dietro i difetti e i limiti di una produzione non certo professionale; tuttavia, l’aspetto emotivo riesce a spazzare via qualunque imperfezione, rendendo l’ascolto un’esperienza che lascia il segno. È un peccato che un’opera così intensa sia fondamentalmente sconosciuta, va però riconosciuto a Talheim Records di aver creduto nel valore dei The Mortal World.