THE SECRET – Lux Tenebris
Gruppo: | The Secret |
Titolo: | Lux Tenebris |
Anno: | 2018 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Southern Lord Recordings |
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TRACKLIST
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DURATA: | 18:51 |
Sei anni sono trascorsi da Agnus Dei, ultimo vagito artistico dei The Secret, un periodo durante il quale gli amanti delle sonorità estreme si sono fatti domande, hanno cercato risposte e soprattutto sono rimasti privati di una delle realtà più eclatanti della scena nazionale. Specialmente se teniamo conto che il disco del 2012 mostrava una band in forma eccellente, pronta a sfondare definitivamente sotto l’ala protettrice di un guru quale Greg Anderson con la sua Southern Lord, che già aveva dato alle stampe il folgorante Solve Et Coagula due anni addietro.
Il successo, o quello che più si può definire tale se rapportato a una realtà comunque di nicchia, porta però degli effetti collaterali nella stragrande maggioranza dei casi: impegni pressanti, visioni differenti e problemi interni di vario genere hanno prodotto proprio in quel periodo fratture quasi insanabili. Tutto questo, tuttavia, fino a pochi mesi fa, quando l’annuncio di un nuovo EP nell’ambito di una limitatissima campagna dell’etichetta ha colto alla sprovvista fan e addetti ai lavori tutti. Panico, sorpresa, eccitazione: cos’è successo in casa The Secret per spingere la band a rifarsi viva dopo questo lungo silenzio?
Lux Tenebris, coadiuvato da qualche intervista ai diretti interessati, dimostra la fondatezza di una delle frasi fatte più abusate quando si parla di delusioni, cuori spezzati e chi più ne ha più ne metta: il tempo è una panacea che, prima o poi, mette a posto tutto o quasi. I The Secret del 2018 sono più maturi, più consci delle enormi potenzialità della loro creatura e, se fosse possibile, ancora più malvagi. L’attitudine iconoclasta dei precedenti lavori è riveduta e corretta in un qualcosa che fa vedere come i Nostri siano capaci di prendersi anche cinque lunghi minuti di relativa calma nell’iniziale “Vertigo”, prima di lanciarsi negli altri due pezzi: un vortice di cattiveria che puzza di zolfo, tredici minuti di legnate ragionate a base di riff taglienti e blast beat forsennati, ma anche opprimenti sezioni atmosferiche come il lungo e malefico finale di “Cupio Dissolvi”.
Fin dall’uscita del lavoro, il quartetto triestino si è già dato da fare con svariate date nella Penisola, e il sottoscritto è ancora qui a mangiarsi le mani per non essere riuscito a incrociarlo. Non resta che sperare che Lux Tenebris sia soltanto l’antipasto di una lunga serie di portate, ancora meglio se in forma di piatti spaccati sulle gengive.