The Stone - Kosturnice

THE STONE – Kosturnice

Gruppo: The Stone
Titolo: Kosturnice
Anno: 2021
Provenienza: Serbia
Etichetta: Immortal Frost Productions
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TRACKLIST

  1. Pramaglina
  2. Okamenjen
  3. Kosturnice
  4. Tremors Beneath The Ground Of The Charnel House
  5. Ime Koje Su Razvejali Vetrovi
  6. Engulfed By The Abyss
  7. Omnicid
  8. Jebeš Pero, Dodaj Mač
DURATA: 44:30

Il traguardo del nono album non è per tutti, ma i serbi The Stone, alfieri del male di lungo corso, possono considerarsi a tutti gli effetti una realtà maligna ben consolidata, con una discografia ampia fatta anche di collaborazioni importanti — gli split con Inferno, Isvind, Kult e Frostmoon Eclipse sono degli ottimi biglietti da visita. Kosturnice (Ossuari per noi italiani) non è che l’ultima tessera di un mosaico in continua espansione, e vede i The Stone in formazione di cinque elementi con Demonetras alla chitarra ritmica (uscito dalla band nel 2020) e quell’animale di Honza Kapák alla batteria, un altro che in quanto a carriera non scherza (vedere alle voci Avenger, Master’s Hammer, Krieg e Judas Iscariot).

La velocità forsennata continua a essere la base di partenza su cui i serbi costruiscono il loro black metal fitto, a tratti fittissimo: chi riesce a trovare spiragli in “Pramaglina”, il pezzo di apertura, o ha le allucinazioni o ci vede benissimo. Ma i The Stone sanno molto bene il fatto loro e, all’occorrenza, possono pure meravigliare, come testimonia il bellissimo crescendo melodico finale di “Okamenjen” (pietrificato), che fa da ponte con l’inizio della traccia che dà il nome a tutto il disco. “Kosturnice” in cinque minuti fa un condensato di tutto il repertorio di Kozeljnik e soci, sia in termini di scrittura che di esecuzione, con un lavoro di chitarra ricco che si incastona alla perfezione nelle ritmiche sostenute da Vrag e Honza Kapák, un duo che non può e non vuole fare prigionieri. Un po’ come non vogliono farli “Tremors Beneath The Ground Of The Charnel House”, la malvagissima “Ime Koje Su Razvejali Vetrovi” e “Engulfed By The Abyss”, forse (ma anche senza forse) il pezzo più riuscito proprio per la sua singolare costruzione ritmica. “Omnicid” è l’ultima violentissima sfuriata prima della conclusiva e più lunga “Jebeš Pero, Dodaj Mač”, nella quale i The Stone mettono in campo tutta la loro epica, col dovuto supporto dell’artiglieria pesante.

Kosturnice è un disco davvero ben fatto, omogeneo ma sorprendentemente sfaccettato, prodotto bene eppure non plasticoso, e mi sento di considerarlo la naturale incarnazione di un gruppo che, nel corso della sua ormai più che ventennale carriera, ha saputo crescere e rinnovarsi senza perdere un grammo dell’attitudine che lo anima. Segnalo l’artwork stupendo di Dragan Paunović che impreziosisce la copertina e che fa un bel paio con il logo di Christophe Szpajdel. Bravi, The Stone.