THE SUN AND THE MIRROR – Dissolution To Salt And Bone
I The Sun And The Mirror arrivano da Boise, capitale dell’Idaho, la stessa città in cui David Lynch ha passato parte della sua infanzia. Di cose, rispetto agli anni ’50, ne sono evidentemente cambiate parecchie, ma l’aria della provincia americana deve comunque avere qualche influenza sulle menti creative in cui si insinua. Dissolution To Salt And Bone non sembra, in effetti, una passeggiata di salute, quanto piuttosto un’esplorazione del lutto: il disco è infatti dedicato alla memoria di ben quattro persone.
La musica di Reggie e Sarah Townley, marito e moglie, si muove infatti lenta, talvolta sinistra, e si tinge di interferenze. L’album nasce per strada, durante un viaggio in camper per disperdere le ceneri del padre di Sarah, mancato per un cancro e al quale entrambi hanno prestato assistenza fino alla fine. Un contesto con una carica emozionale evidentemente molto alta, e che pure dal punto di vista ambientale ha dato ai due tanti stimoli su cui lavorare.
Dissolution To Salt And Bones ha una struttura abbastanza definita. Sui due assi strumentali intitolati “Intervals I” e “Intervals II” Sarah (al violoncello) e Reggie (alla chitarra, all’elettronica e al basso) giocano con feedback, assonanze e dissonanze, mettendo in piedi due pezzi drone belli profondi, ciascuno con le proprie peculiarità: mentre il primo ha un’aria liturgica e malinconica, il secondo punta a costruire una tensione bieca e poco rassicurante. Gli altri due brani, entrambi con un minutaggio che supera i diciassette minuti, costituiscono invece la portata principale del disco e vedono Reggie cimentarsi anche con la voce e la batteria.
“Currents” nasce e cresce ipnotica, sostenuta dalle corde pizzicate e affrescata dalla voce riverberata di Reggie, che canta ma in qualche modo quasi declama un testo lungo e denso sulla memoria, sulla perdita e sul fatto che niente finisce davvero — il poeta Robert Duncan è citato come influenza primaria. Nell’ultimo quarto del brano i The Sun And The Mirror tirano fuori tutta la pesantezza di cui sono capaci per un crescendo tutto doom e chitarre che strillano, al quale non possiamo fare altro che inchinarci con rispetto. La conclusiva “Katherinella Angustri” — la katherinella dovrebbe essere una specie estinta della famiglia delle veneridae, un tipo di mollusco bivalve — si sviluppa sulle note di “Interval II” e lentamente si trasforma in un rituale drone doom acquatico da cui emerge la litania di Reggie: «Land will divide, / The stones divide into the waves. / Body and plains, / We will be salt and ash and bone». Il violoncello di Sarah avvolge tutto, e la sensazione è quella di trovarsi in un gorgo al quale smettiamo di opporre resistenza.
Per concludere, Dissolution To Salt And Bones è un disco consistente e difficile, il primo della carriera dei The Sun And The Mirror, che spero sia lunga e piena di soddisfazioni. Dopo Relics Of Mourning, ancora un bel colpo dagli Stati Uniti per Brucia Records.