The Whirlings - Earthshine

THE WHIRLINGS – Earthshine

Gruppo: The Whirlings
Titolo: Earthshine
Anno: 2019
Provenienza: Italia
Etichetta: Subsound Records
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TRACKLIST

  1. Vacuum [con Vera Claps]
  2. Reverence
  3. #6
  4. Good For Health, Bad For Education
  5. Lost In Whiteout
DURATA: 38:08

Ultimamente sto avendo moltissimo a che fare con le band strumentali e ne sono più che grata, visto che è un territorio che non ho avuto modo di esplorare tantissimo nel periodo più recente. O meglio, diciamo che mi capita più spesso di ascoltarne che di scriverne, ecco. Quando poi come in questo caso si tratta pure di band nostrane, per giunta brave, la gratitudine è doppia.

I The Whirlings vengono da L’Aquila e propongono principalmente psychedelic rock. Il disco che ho tra le mani si intitola Eartshine ed è il secondo lavoro del quartetto, partorito circa sei anni dopo l’esordio Beyond The Eyelids. Sei tracce totali, tra le quali spicca in particolar modo la numero uno, “Vacuum”, che si distingue per la presenza di Vera Claps come ospite alla voce con una prestazione acida, distorta, a volte quasi soffocata e che va perfettamente a braccetto col resto; tutti gli altri brani, come abbiamo detto, rimangono invece strumentali.

Se in alcuni casi viene naturale fare accostamenti con band affini e indovinare la principale fonte di ispirazione riversata in un disco, con Earthshine non è affatto semplice: per usare le parole della band stessa, la musica è «un magma fluido e imprevedibile», evolutosi dalle jam session dal vivo generate dai quattro musicisti. Un prodotto nato da un primordiale flusso di piena creatività, praticamente. In “#6” sono riuscita per esempio a scovare suoni e dinamiche che mi hanno riportata agli Elder, mentre già “Good For Health, Bad For Education” è tutta un’altra storia e si avvicina a un concetto più classico di stoner e heavy psych. A essere sincera è necessario tenere d’occhio il minutaggio per avere un’idea precisa dello scorrere delle tracce, perché da un lato ciascuna possiede una personalità individuale, dall’altro il disco procede davvero con quella fluidità creativa, citata poco più su, che va a unificare l’intero lavoro e lo fa confluire in un unico nucleo. Mi chiedo se Earthshine sia effettivamente nato da una singola improvvisazione, da un unico e spontaneo processo compositivo. Sono gli undici minuti di “Lost In Whiteout” ad accompagnarci infine alla conclusione: un tripudio di distorsioni, viaggi spaziali, stoner rock allo stato più primitivo che si possa immaginare, una lunga e ripetitiva coda di accordi che ipnotizza e lascia estasiati, lentamente dissolvendosi in fade out.

Earthshine è un lavoro relativamente intenso ma con molto da dire, e i The Whirlings dimostrano che a volte vale la pena attraversare un lungo periodo di pausa tra un disco e l’altro, se poi il risultato finale è un’opera densa, spessa, fluida e pieno di suoni ciccioni come questa.