THULCANDRA – Hail The Abyss
I Thulcandra hanno uno status raramente riscontrato nel mondo del metal: fondati da Steffen Kummerer, già mastermind degli Obscura, sono rimasti in secondo piano rispetto alla formazione death tecnico ma sono stati portati avanti con alternanza quasi perfetta secondo la regola “finito di lavorare con una band si ricomincia con l’altra”, giungendo nel 2023 al quinto album contro i sei degli Obscura.
Una distinzione tanto netta tra due progetti in capo alla stessa persona si giustifica con una differenza altrettanto netta a livello stilistico: se gli Obscura rappresentano l’anima più variegata e progressive di Kummerer, i Thulcandra sono uno smaccato tributo all’arte dei Dissection. Fin dal debutto Fallen Angel’s Dominion l’eredità del mai abbastanza compianto Jon Nödtveidt risuona potente in ogni canzone del quartetto bavarese, per non parlare delle copertine che, oltre a mantenere l’approccio monocromatico degli svedesi, per questo nuovo Hail The Abyss riprendono il Tristo Mietitore a cavallo dall’immortale Storm Of The Light’s Bane.
Messa in chiaro l’evidente discendenza artistica, parlare dei Thulcandra come di cloni è ingeneroso. Il retaggio musicale di Kummerer traspare spesso e brani come “On The Wings Of Cosmic Fire” trasudano grezzo thrash metal non troppo lontano da certi Darkthrone anni ’90 (il nome del gruppo non è stato scelto proprio a caso), mentre “Acheronian Cult” comprende passaggi rallentati che tradiscono l’aver studiato il black metal melodico anche dai Satyricon e non solo dalla scuola svedese. Una ulteriore differenza rispetto allo stile del buon Nödtveidt è lo stile solista di Kummerer, saldamente ispirato allo stile thrash metal tedesco e statunitense come può essere notato in “As I Walk Through The Gateway”. Il lavoro in produzione e mixaggio è impressionante: il sound di Storm Of The Light’s Bane viene riprodotto nei minimi particolari, dal caratteristico riverbero della voce alla compressione della batteria passando per il timbro delle chitarre, non c’è un elemento fuori posto nonostante non sia coinvolto personale della produzione originale.
Normalmente non sono entusiasta di questi progetti derivativi, ma nel caso dei Thulcandra va fatta una distinzione: se non consideriamo la discutibile rentrée di Reinkaos la musica dei Dissection ci ha allietato solo fino al 1995 e con due soli album, ed eccezion fatta per alcuni casi come i Sacramentum i tentativi di imitazione non hanno avuto risultati molto apprezzabili — oltretutto non abbiamo novità dei Sacramentum da oltre vent’anni. Potrei azzardare che Kummerer ci sta fornendo quei “more-of-the-same” con poca originalità ma di altissimo livello che Nödtveidt non ha voluto né potuto fare, e per i fan di questo particolare blend di melodia ed oscurità un prodotto del genere sarà sicuramente gradito.