TOMBTHROAT – Eden Apocalypse
Di band che navigano nell'underground da una vita ce ne sono davvero tante, molte rimangono sconosciute ai più, altre con un po' più di fortuna vivono momenti alterni fra luci e ombre, altre ancora scompaiono perdendosi nei meandri di questo sub-mondo irto di pericoli. Fra i moltissimi gruppi che non si arrendono e continuano la propria marcia all'interno del sottosuolo metallico vi è la compagine death metal teutonica dei Tombthroat.
I tedeschi sono ormai considerabili quali veterani della scena, in attività dal 1996, con questo nuovo "Eden Apocalypse" giungono alla quarta uscita in formato di lunga durata ed è doveroso notare come la formazione abbia mantenuto nel corso degli anni una direzione ben precisa che fa della brutalità oltreoceanica una sorta di credo. Non è particolarmente difficile infatti riscontrare influenze quali Suffocation, Dying Fetus, Cannibal Corpse, Malevolent Creation e qualcosa dei Morbid Angel, ma la lista potrebbe essere più lunga e peculiarità ormai comuni a livello mondiale potrebbero far affiorare anche nomi della scena alla quale appartengono.
Il disco si presenta come una mazzata serrata e continua, undici pezzi designati al ruolo di mattatori, con una sequela di brani che in stile rullo compressore (la titletrack, "Breed Of Depravity", "Of The Goat And The Lamb", "Bleed For Me" e "On The Gallows") schiantano in terra ed esortano a scatenarsi. È un concentrato di violenza pura quello che avvolge composizioni che, pur avvalendosi di norma dei classici cliché del filone, dimostrano di avere raggiunto la maturità che serve per affinare il songwriting curandolo nel dettaglio, facendo sì che siano le rifiniture a mostrare la differenza che passa fra una semplice band clone e una che può dire la propria a testa alta.
L'apocalisse invocata dal titolo viene confermata in toto, le presenze d'artisti-ospiti quali Daniel Baeriswyl (Amagortis), Mario Petrovic (Deadborn) e Dave Suzuki (ex Vital Remains) sono il fiocco perfetto per un pacco bomba pronto a esplodervi in faccia.
La produzione e la masterizzazione affidate rispettivamente agli Happy Cadaver Studio e ai nostrani 16th Cellar, sempre più considerati dalle band internazionali, affibbiano un suono moderno, potente e grintoso a "Eden Apocalypse" che in tutto e per tutto si rivela essere un album ampiamente riuscito.
I Tombthroat si candidano ad entrare nella vostra lista acquisti, amanti del brutallo teneteli in considerazione, in fin dei conti le mazzate come "Eden Apocalypse" son cosa decisamente gradita.