TOMORR – Tomorr
Gruppo: | Tomorr |
Titolo: | Tomorr |
Anno: | 2020 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Acid Cosmonaut Records |
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TRACKLIST
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DURATA: | 48:24 |
Circa 800 chilometri separano Empoli da Berat, nona città più popolosa dell’Albania, fondata quasi due millenni e mezzo fa e patrimonio dell’umanità UNESCO. Due località senza alcun nesso, se non fosse per i Tomorr, un trio che ha deciso di colmare questa distanza per rendere omaggio al Paese delle Aquile e a uno stile di vita dimenticato, prendendo il nome dalla montagna sacra al popolo albanese che si erge nei dintorni della città.
Capitanati dal cantante e chitarrista J Meister, originario proprio di Berat, i Tomorr si presentano al mondo con uno dei suoni agresti per eccellenza, quello dei campanacci del bestiame: percussioni incalzanti si fanno subito spazio in “Kaba” (“Ingombrante”), che suona come una lunga introduzione improvvisata alla successiva “Vargmal” (“Cresta”). Ritmi cadenzati e riff pesanti come mazzate sulla nuca costituiscono lo scheletro di Tomorr e del suo doom ruvido e stoneroso: i tempi scanditi sono quelli lenti della vita rurale che ha caratterizzato per secoli l’umanità, atti ripetuti per generazioni e intrisi di tradizioni, leggende e — in questo caso — atmosfere sinistre che danno quella marcia in più.
Non solo stoner duro e puro, però, perché non è raro trovarsi in mezzo a incursioni più sostenute, come in “Varr” (“Tomba”) o “Grazing Land”, sempre trainate dall’invadentissimo rullante di Chero e che donano un carattere tribale al tutto. Lo stesso richiamo a un passato ancestrale lo si trova nell’elemento forse più particolare di quest’ottimo disco, ovvero i testi (quasi) totalmente in lingua madre dalle tematiche mistiche e occulte; l’omaggio dei Nostri all’Albania si spinge ancora oltre, con le parole del cantante pop Ylli Baka riproposto sulle note di “Terra”.
Con un altro riferimento a Berat negli oltre sedici minuti della mastodontica “The 1001 Windows Village” (con un lunghissimo assolo conclusivo), si chiude il sorprendente debutto dei Tomorr, che a tre anni dalla formazione si piazzano di diritto tra gli astri nascenti dello stoner-doom italico; nondimeno, una conferma del buongusto della nostrana Acid Cosmonaut Records e una buona scusa per andarsi a spulciare il suo catalogo.