TORRENS CONSCIENTIUM – All Alone With The Thoughts | Aristocrazia Webzine

TORRENS CONSCIENTIUM – All Alone With The Thoughts

 
Gruppo: Torrens Conscientium
Titolo: All Alone With The Thoughts
Anno: 2014
Provenienza: Ucraina
Etichetta: Solitude Productions
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TRACKLIST

  1. When The Day Is Gone
  2. The Black Fog
  3. Immersion
  4. A Evening Behind
  5. Hitcher
  6. Being Lonely
  7. The Dawn
DURATA: 47:39
 

Due sono le premesse necessarie per approcciare i Torrens Conscientium, dalla Crimea occupata: la prima è che la Russia e tutti gli stati dell'ex-blocco sovietico amano le melodie e le tastiere che ti scaldano il cuoricino; la seconda è che se non amate la prima non dovete continuare a leggere né tantomeno provare ad ascoltare il disco.

"All Alone With The Toughts" è l'album di doom atmosferico più bello che abbia ascoltato negli ultimi anni. Che non è finito in Top 5 per il 2014 solo perché non l'avevo ancora ascoltato. Che ridefinisce il concetto di come dovrebbe essere scritto e suonato un disco melodico: snello, diretto, magnetico, affascinante, ma soprattutto tanto, tanto, tanto struggente. Il trio ucraino, al debutto dopo ben cinque anni di gestazione e un solo demo all'attivo, non compone il classico disco funeral, un abisso imperscrutabile di nera sofferenza; questo esordio è un lavoro che da quelle coordinate si distacca, rimanendovi fedele ma veleggiando verso territori più umani, più accessibili, dove il dolore lascia spazio a una malinconia profonda e affascinante, piacevole nel suo essere quanto mai evocativa. Il libretto non riporta alcuna indicazione di produzione e online non viene accreditato a nessuno il ruolo di tastierista o di addetto ai sintetizzatori, ma tutto il disco è pervaso da inserti atmosferici di grandissimo gusto, mai banali e — ancor più difficile — in nessun caso stucchevoli. A questi inserti, però, fanno sempre da contraltare degli ottimi riff di chitarra e un comparto ritmico di tutto rispetto, segno che al di là delle melodie i Torrens Conscientium mettono in campo tanta, tanta sostanza.

Tralasciando i due brani agli estremi, intro e outro poco più che strumentali e di passaggio (i momenti più deboli di tutto il lavoro), i cinque pezzi dell'album sono un inno alla nostalgia e alla sehnsucht e a ogni ascolto mi convinco un po' di più che la sensibilità dei ragazzi — o meglio dei due ragazzi e della bionda Alina — abbia portato a questo risultato anche in ragione della loro provenienza geografica: Sinferopoli. La capitale di Crimea, occupata militarmente dal governo di Mosca ormai quasi un anno fa, non sta vivendo dei periodi felici sotto il profilo politico e sociale, né probabilmente ne ha mai vissuti, quantomeno nelle ultime decadi. E allora ben si spiegano, nonostante le classiche e immancabili incertezze linguistiche, testi che parlano di contemplazione, di solitudine, delle vastità del mare, del rimbombo dei propri pensieri. A una lettura un po' più consapevole, forse un filo maliziosa, questi versi dicono qualcosa in più sulla situazione vissuta quotidianamente da quasi due milioni di persone.

Come a sancire un nuovo inizio, "All Alone With The Toughts" si conclude con la programmatica "The Dawn", un (dimenticabile, in verità, ma non è questo il punto) inserto di estrazione quasi ambient che lascia aperte molte porte, forse addirittura qualche speranza per il futuro, perché alla notte succede sempre il nuovo giorno.