TRELLEBORG – Lands Of Njord
Gruppo: | Trelleborg |
Titolo: | Lands Of Njord |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Stygian Crypt Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:00:17 |
I Trelleborg sono giovani, vengono dalla Russia e si cimentano col folk-viking metal, sfruttando tutte le soluzioni sinora conosciute. Già, proprio tutte, tanto che il debutto "Lands Of Njord" sembra quasi una compilation d'influenze più che il disco di una band unica, sono troppi difatti i nomi a cui poter ricollegare strutture e spunti da cui la band attinge.
Incrociare Vintersorg, Borknagar, Ensiferum, Korpiklaani, Finntroll, Turisas e reminiscenze Falkenbach è anche troppo, se tutto ciò inserito nello stesso album. È vero che hanno messo insieme un'ora di musica, ma già da un primo ascolto — anche non troppo attento — un qualsiasi appassionato (e non) del genere che abbia un minimo d'orecchio facilmente si accorgerebbe dei rimandi a questo e quello. Se da un lato ci troviamo dinanzi a un disco acerbo come costruzione e musicalmente derivativo all'inverosimile, dall'altro tale pecca è però la stessa che gli permette di rendersi piacevole all'udito in più circostanze.
Diversi brani fanno trascorrere del tempo in discreta compagnia: "Gunbjorn (Birth Of Skerritz)" fra passaggi metal accentuati e momenti strumentali di buon piglio possiede un proprio fascino; seppur non sia perfetto, "Born Under The Sign" ha soluzioni gradevoli che coloro i quali amano gli ultimi Borknagar non dovrebbero disprezzare; la lunga "Tale Of The Immortals", ancoratissima ai classici stilemi dello stile, è tuttavia ben confezionata. A questo terzetto varrebbe la pena di aggiungere uno dei quattro strumentali (forse troppi) che incrocerete durante il percorso musicale, vale a dire l'allegra e divertente "Metsanhumppa", e "Spellfull Cup", altro episodio sulla stessa scia ma non tanto zuccheroso da indurre crisi diabetiche.
La prova complessiva del gruppo non è male, c'è un po' di caos nei momenti in cui forza, tentando di inserire troppo materiale in un'unica botta, con il risultato di perdere il bandolo della matassa. L'esempio è "Sudden Arise", che al proprio internto esibisce una fase walt-disneyniana che ricorda "In Fondo Al Mar", una delle canzoni principali del cartone animato "La Sirenetta"… ehm, alquanto fuori luogo. La prestazione del cantante Lord Volland è convincente, è il piatto forte del lavoro e gli consiglierei di puntare esclusivamente sulla voce pulita, con la quale rende veramente alla grande anche evocativamente parlando; quei pochi tratti di scream presenti invece sono statici e privi di mordente.
Da rivedere la produzione: una via di mezzo fra il grezzo e il pulito che non porta a nulla, c'è da decidere quale dei due fronti avvantaggiare, quindi o impatto e prestanza, magari dando una spinta evidentemente più ruvida al sound, oppure puntare sulla pulizia, mettendo in risalto la parte sinfonica e la strumentazione in toto. Rimanere nel limbo non valorizza né l'una né l'altra soluzione.
È pur sempre un approccio iniziale quello dei Trelleborg, sperando quindi in un prossimo album che sia evoluto, soprattutto per quanto riguarda le carenze di personalità e produzione, provate a far girare nel lettore — senza pretese di sorta — "Lands Of Njord". Se siete patiti del folk-viking potrebbe farvi passare un'oretta spensierata.