TRIAXIS – Rage And Retribution | Aristocrazia Webzine

TRIAXIS – Rage And Retribution

 
Gruppo: Triaxis
Titolo: Rage And Retribution
Anno: 2012
Provenienza: Inghilterra
Etichetta: Rocksector Records
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TRACKLIST

  1. Sand And Silver
  2. Black Trinity
  3. The Infected
  4. Asunder
  5. And Shadow Creep
  6. XGP
  7. Under Blood Red Skies
  8. Sker Point
  9. Reunion
  10. The Butcher
  11. Some Things Are Worth Dying For
DURATA: 53:11
 

Che una band possa crescere col tempo è quanto le si augura sempre in presenza di una partenza stentata o di un debutto piacevole, ma che avrebbe potuto già mettere in mostra ben altro. Questo discorso vale di certo per i gallesi Triaxis, infatti la formazione di Cardiff non era riuscita a colpirmi più di tanto con "Key To The Kingdom" (2009), pur non facendo riscontrare chissà quale tipo di difetto nella composizione. Con il nuovo "Rage And Retribution" invece parliamo di tutt'altra storia, sembrano un'altra band, affermazione che va presa in un solo verso: positivo.

Nel foglio informativo la chitarrista Clare Hare scrive che questo album rappresenta diciotto mesi di fatica, lavoro, pura passione di cui vanno fieri, e possono sicuramente esserlo. La qualità compositiva e del suono sono di altissimo livello e la voce di Krissie Kirby è perfettamente incastonata sui brani; colleghe come Doro e Heather Leone dei Chastain andrebbero fiere della sua prova. Ogni ingranaggio è oliato alla perfezione: Clare e Glyn Williams in chiave ritmica alternano le più classiche cavalcate ad andature thrash e altre ancora tese a forzare l'impatto atmosferico, con il secondo che si esibisce anche in assoli pregevoli; l'asse ritmico composto da Owen Crawford al basso e Giles Wilson alla batteria, preciso come un orologio svizzero, apporta peso e sostanza alle basi. E i pezzi? Le orecchie ne rimarranno contente…

L'apertura del lavoro è confezionata a regola d'arte dalla scheggia "Sand And Silver", cui segue l'esplosiva e melodica "Black Trinity", la quale dovrebbe far impazzire coloro che adorano gli Iron Maiden del ritorno in scena con Dickinson. Difatti è decisamente meglio e molto più affascinante di tanti degli episodi propinati dai maestri del genere da un bel po' di anni a questa parte. Per quanto poi i nomi della realtà di Harris e dei Judas Priest siano impossibili da non citare in qualità di presenze riconoscibili, la velocità impressa ad alcuni pezzi non rinnega la visione "schafferiana" né quella teutonica alla Grave Digger; addirittura in "Silver And Sand" c'è una sezione che mi ha sollevato il piacevole quesito su come Matthew Barlow avrebbe interpretato una canzone simile. Chi se l'aspettava invece il martellare di "Reunion"? Giles pesta dannatamente!

Siamo di fronte a musicisti non solo preparati, ma in possesso di un ottimo gusto nella selezione delle melodie e dei ganci con cui metterle in atto, non vi sono sbavature né momenti di stanca. Brani come "Asunder", "And Shadow Creep", "Under Blood Red Skies", "The Butcher" e la conclusiva "Some Things Are Worth Dying For" si accodano agli episodi citati in precedenza, dando vita a una scaletta esaltante come l'escalation emotiva (dotata di crescendo "a pomparla" sul finire) presente nel quarto citato.

Potrei girarci ancora attorno, scrivere di quanto la produzione sia utile a evidenziare le qualità strumentali dei ragazzi e dia alla voce la possibilità di non perdere una briciola della sua centralità nelle fasi corali, insomma potrei dilungarmi, ma che senso avrebbe? Su una questione voglio però soffermarmi: si parla sempre di supportare le giovani formazioni e invece si supportano — o sopportano — esclusivamente le uscite dei "reali" del genere. È ovvio che un lavoro come l'ultimo Angel Witch "As Above, So Below" sia da conoscere e possedere, tuttavia mi chiedo cosa abbiano questi ragazzi in meno: forse le date anagrafiche di nascita? Fra i tanti ascolti concessi e che ancora concederete, alle volte più per affetto che per valore delle prove, alle vecchie glorie, trovate il tempo di infilarvi in mezzo "Rage And Retribution", i Triaxis vi ripagheranno con heavy metal di "razza" nel quale "vecchio" e "nuovo" si fondono in cinquanta minuti di ottima musica. Questo è ciò che conta davvero.