Ukaze - Editto I | Aristocrazia Webzine

UKAZE – Editto I

Gruppo: Ukaze
Titolo: Editto I
Anno: 2022
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Impersonale
  2. A Passo Incerto
  3. Tu, Artista
  4. Faccio Muro
  5. Vocazione Sceriffo
  6. Alla Testa
  7. Segno Nero
  8. Palude
  9. Estrema Sintesi
  10. Ecco Cosa Resta
  11. Presente Semplice
  12. Ritratto Di Famiglia
DURATA: 19:53

Gli Ukaze — Francesco alla voce, Leg alla batteria, Cola alla chitarra e Lepo al basso — sono un nuovo progetto che va a rimpolpare le fila di quella che per il sottoscritto è una delle realtà hardcore più interessanti dello Stivale. La scena marchigiana nel corso degli anni ha sfornato una serie di nomi decisamente validi, come Gerda, Un Quarto Morto, Paperoga o Montana. I Nostri prendono vita proprio da quest’ultima formazione e con l’autoprodotto Editto I emettono il loro primo feroce vagito.

Accade infatti che il batterista dei Montana debba trasferirsi all’estero per lavoro e che il progetto sia messo in pausa; i restanti membri del gruppo, però, non sono persone capaci di stare troppo a lungo con le mani in mano e, trovato un altro batterista, formano gli Ukaze. Il nome della band deriva dal russo указ, termine che ai tempi dell’Impero indicava un editto o un decreto di una autorità superiore (lo zar, il governo, il patriarca) con valore di legge e che ancora oggi designa i decreti presidenziali nella Federazione Russa.

Nei dodici brani di Editto I, la band propone un punk hardcore schietto e poliedrico in cui è possibile ravvisare le influenze dei progetti passati di Francesco e soci. C’è una certa vena melodica figlia dei Montana, ma non mancano sfuriate che ricordano musicalmente e concettualmente gli Un Quarto Morto, come “Vocazione Sceriffo”, che segue “Faccio Muro”, uno degli episodi più posati del disco. Gli Ukaze, insomma, riescono ad alternare freno e acceleratore, donando una buona varietà di suoni al proprio debutto. Meritevoli anche i testi, molto intimi, sentiti e mai banali.

Editto I è una sorta di compendio dell’esperienza maturata in anni passati sopra e sotto il palco. Il risultato è un album incredibilmente sincero, capace di concentrare in meno di venti minuti tutto ciò che gli Ukaze sentivano il bisogno di comunicare: un lavoro diretto e che non ammette repliche, proprio come un editto imperiale. Bravi ragazzi.