UKAZE – Editto I
Gli Ukaze — Francesco alla voce, Leg alla batteria, Cola alla chitarra e Lepo al basso — sono un nuovo progetto che va a rimpolpare le fila di quella che per il sottoscritto è una delle realtà hardcore più interessanti dello Stivale. La scena marchigiana nel corso degli anni ha sfornato una serie di nomi decisamente validi, come Gerda, Un Quarto Morto, Paperoga o Montana. I Nostri prendono vita proprio da quest’ultima formazione e con l’autoprodotto Editto I emettono il loro primo feroce vagito.
Accade infatti che il batterista dei Montana debba trasferirsi all’estero per lavoro e che il progetto sia messo in pausa; i restanti membri del gruppo, però, non sono persone capaci di stare troppo a lungo con le mani in mano e, trovato un altro batterista, formano gli Ukaze. Il nome della band deriva dal russo указ, termine che ai tempi dell’Impero indicava un editto o un decreto di una autorità superiore (lo zar, il governo, il patriarca) con valore di legge e che ancora oggi designa i decreti presidenziali nella Federazione Russa.
Nei dodici brani di Editto I, la band propone un punk hardcore schietto e poliedrico in cui è possibile ravvisare le influenze dei progetti passati di Francesco e soci. C’è una certa vena melodica figlia dei Montana, ma non mancano sfuriate che ricordano musicalmente e concettualmente gli Un Quarto Morto, come “Vocazione Sceriffo”, che segue “Faccio Muro”, uno degli episodi più posati del disco. Gli Ukaze, insomma, riescono ad alternare freno e acceleratore, donando una buona varietà di suoni al proprio debutto. Meritevoli anche i testi, molto intimi, sentiti e mai banali.
Editto I è una sorta di compendio dell’esperienza maturata in anni passati sopra e sotto il palco. Il risultato è un album incredibilmente sincero, capace di concentrare in meno di venti minuti tutto ciò che gli Ukaze sentivano il bisogno di comunicare: un lavoro diretto e che non ammette repliche, proprio come un editto imperiale. Bravi ragazzi.