UNBORN SUFFER – Unborn Suffer
Gruppo: | Unborn Suffer |
Titolo: | Unborn Suffer |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | Ghastly Music |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 26:34 |
Gli Unborn Suffer hanno festeggiato la decade di attività nel 2012, dopo aver mosso i primi passi nel 2002 con il demo "Unborn Suffer". L'anno passato hanno rilasciato fra l'altro la loro quarta uscita discografica di lunga durata, anch'essa dal titolo omonimo, come a voler rinverdire gli intenti d'inizio carriera.
La formazione polacca — la quale cambia membri come fossero mutande al mattino: l'ultimo a finire fuori dai ranghi è stato il cantante Maciej "Mithras" Sybilski, presente proprio in questo disco — si muove all'interno della zona brutallara, rimanendo legata a uno stile affine a quello degli anni Novanta, in cui le tirate all'impazzata sempre e comunque non erano d'obbligo. Troviamo quindi, oltre alla forma di violenza caratterizzata da tempistiche martellanti e a spron battuto, anche sezioni dove il suono diviene più cupo e morboso, allentando la presa.
Gli Unborn Suffer non inventano niente di nuovo, la solfa è quella che conosciamo e ascoltiamo da tempo immemore, e che ci piace proprio perché pesta cattiva e alimenta atmosfere marcescenti, oltretutto con buonissimi risultati: "Human (I Am)"; "I Am Your Nemesis", in cui appare il primo ospite, Levan dei Mastabah, autore pure dell'assolo contenuto in "All Hope Abandoned", che inserisce la sua dolce ugola nel contesto; la brevissima e ficcante "Chains Of Nothingness (Rotten Womb)"; "Procreated Suffering", secondo episodio che vede il supporto di un elemento esterno alla band, Andy Weedgrinder dei particolarmente stoned Cannabis Corpse sempre alla voce.
È discutibile invece l'utilità degli intermezzi "Post Abortum Pt. 2" e "Fuck Until I Die", mentre sono apprezzabili sia la cover dei Kataklysm di "In Shadows And Dust", estremizzata per l'occasione, che l'ambientazione decadente fornita dai sintetizzatori dell'ospite Lestath nella strumentale "Unborn Suffer", posta in chiusura del lavoro. C'è pure una piccola sorpresa prima della reale conclusione del disco, però la lascio scoprire a voi.
Gli Unborn Suffer sono una di quelle band che svolgono il compito in modo onesto e privo di sbavature: mostrano di possedere un batterista, Lukasz "Lukass" Ziólkowski, capace di fornire dinamismo alla proposta (notate i buonissimi i cambi di tempo in "Deadly Deceivers"), mentre dal canto suo Maciej sciorina una prova convincente per quanto concerne la combinazione fra growl, scream soffocati e invasioni suine dietro al microfono.
In definitiva, se nel vostro stereo girano ancora e ancora gli album dei vecchi Devourment e Dying Fetus, se quel periodo musicale per voi non è mai finito, dovreste decisamente dare un ascolto a "Unbourn Suffer" e magari potreste anche togliervi lo sfizio dell'acquisto a un prezzo discreto.