USURPRESS – Ordained
Il secondo disco degli Usurpress è l’evidente prova che il tutto è più della somma delle parti. Gli svedesi, nella loro pur breve vita, hanno dato alle stampe un buon numero di uscite, tra demo, split, ep e — appunto — un precedente album (Trenches Of The Netherworld, 2012). Ora con Ordained riassumono il tutto e vanno un poco più avanti.
Approdati al molo dell’attivissima Doomentia, Daniel Ekeroth e compagni continuano la diffusione di quel death metal sulfureo e magmatico di cui sono sempre stati convinti predicatori: suoni oscuri, massicci, sporchi e decisamente nostalgici dei ’90, eppure allo stesso tempo contemporanei e terribilmente attuali (qualcuno dice tornati di moda, ma è un’altra storia). Ciò che più colpisce di questo album, tuttavia, è la capacità del quartetto di Uppsala di divertire e intrattenere senza in realtà fare qualche cosa di davvero particolare o diverso rispetto a tanti altri, bensì semplicemente costruendo un disco solido, senza sbavature e con le giuste variazioni. Gli Usurpress non vanno particolarmente veloci né sono particolarmente grossi, anzi non fanno in fin dei conti proprio nulla di strano, ma Ordained è il classico disco che diverte e sorprende per la sua facilità di assimilazione.
Pezzi dal minutaggio contenuto, addirittura tre brani strumentali (“The Undeification”, l’outro “As The Monolith Comes Alive” e pure una cover del compositore svedese Bo Hansson, “Lóthlorien”), una traccia di apertura che si fissa subito in testa con il suo ritornello e le sue influenze death’n’roll tutte da ballare e via via tutta una serie di variazioni sul tema che rendono l’insieme semplicemente bello. Qualche verso con voce pulita, qualche arpeggio acustico, un’atmosfera smaccatamente vecchia scuola e — non ultima — un’illustrazione di Ola Larsson (già ammirato sugli ultimi lavori di Disma e Sulphur Aeon) che finisce dritta tra le più belle copertine dell’anno da poco concluso.
Insomma, gli Usurpress non hanno fatto le cose in grande, certo è che però le hanno fatte bene, senza sbavature, concentrandosi sulla creazione di un disco che a ogni ascolto si rivela sempre più divertente. Davvero un’ottima prova.