Vampyroteuthis Infernalis - Vampyroteuthis Infernalis | Aristocrazia Webzine

VAMPYROTEUTHIS INFERNALIS – Vampyroteuthis Infernalis

Gruppo: Vampyroteuthis Infernalis
Titolo: Vampyroteuthis Infernalis
Anno: 2022
Provenienza: Sconosciuta
Etichetta: Avantgarde Music
Contatti: Bandcamp
TRACKLIST

  1. VI I
  2. VI II
DURATA: 45:14

Le profondità marine nascondono ancora tanti misteri ai quali l’uomo non è stato in grado di dare risposta. Creature mai viste, che riescono a sopravvivere negli abissi laddove la luce non arriva, la pressione è intollerabile e l’ossigeno è ridotto al minimo. Vampyroteuthis Infernalis è il nome scientifico del calamaro vampiro, un animale che si è adattato a vivere in quell’ambiente inospitale e del quale sappiamo relativamente poco.

Posso quindi tracciare dei paralleli: le informazioni che ho a disposizione sul progetto (?) Vampyroteuthis Infernalis sono quasi nulle. Non si sa da dove proviene, né quante persone vi hanno partecipato o tantomeno chi siano e cosa vogliano. Il digipak della versione Avantgarde che ho in mano non contiene alcun libretto: vi si trova soltanto il nome del progetto (che è anche il titolo dell’album), i titoli delle tracce sul retro e alcune scritte. Queste ultime risultano visibili una volta che viene rimosso il CD e — come era lecito aspettarsi — fanno riferimento al tema della paura e degli abissi.

I due brani contenuti nell’album sono intitolati “VI I” e “VI II”, ed entrambi superano i ventidue minuti di durata, tuttavia tra di essi non ci sono profonde differenze stilistiche. Il suono è ovattato, distante e dà la sensazione di provenire da chissà quale profondità marina, dimostrando che le atmosfere di formazioni quali Darkspace e Paysage d’Hiver possono essere adeguate al concept dei fondali oceanici senza che ci sia bisogno di grandi riadattamenti.

Forse la formula del brano black metal lungo, denso e fatto principalmente di blast beat, passaggi ripetuti e infestato da synth terrificanti può apparire derivativa, e negli effetti lo è pure. Onestamente però non lo trovo un aspetto così importante: di per sé il debutto dei Vampyroteuthis Infernalis è un lavoro che può essere gratificante, in quanto risulta credibile proprio per il buon gusto in termini di melodie, mentre l’abilità compositiva permette di capire quando una ripetizione è veramente di troppo e quando invece è il momento giusto per aggiungere delle parentesi più lente (aspetto nel quale “VI I” spicca sulla compagna).

Tirando le somme, è difficile mettere a fuoco quali siano le possibili intenzioni a lungo termine di chi ha creato Vampyroteuthis Infernalis. Potrebbe essere tranquillamente la prima di tante uscite future, oppure un esperimento dietro al quale non c’è nessuna intenzione di realizzare un seguito. Da questo punto di vista si può soltanto sottolineare che si tratta di un’uscita musicale di assoluto rispetto, pur se le informazioni sono troppo scarse per speculare su tutto il resto.