Varg - Ewige Wacht | Aristocrazia Webzine

VARG – Ewige Wacht

Gruppo: Varg
Titolo: Ewige Wacht
Anno: 2023
Provenienza: Germania
Etichetta: Napalm Records
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TRACKLIST

  1. Immer Treu
  2. Schildmaid
  3. Weltenfeind
  4. Fylgja
  5. Tyr
  6. Járnsíðasleið
  7. Eisenseite
  8. Hammer
  9. Morgenrot
  10. Siegreiches Heer
  11. Ewige Wacht
DURATA: 45:02

La cultura vichinga (o più correttamente norrena, ma spiegarlo alla massa è impresa ardua) è un mondo spesso investito da trend commerciali che lo catapultano all’attenzione del grande pubblico, portando alla nascita di prodotti spesso oleografici o comunque non troppo fedeli. Vittima frequente di queste ondate di notorietà — a volte miste a pressapochismo — è il nostro amato metallo con le sue correnti viking di vario colore.

In questo ambiente sguazzano a meraviglia i tedeschi Varg, attivi ormai da oltre quindici anni e giunti all’ottavo album. La band ha saputo destreggiarsi tra alcune accuse iniziali relative a passati coinvolgimenti di estrema destra del cantante Freki (al secolo Philipp Seiler) e si è gradatamente data una colorazione spiccatamente antifascista e antirazzista, riuscendo a ripulirsi del tutto l’immagine anche presso gli attentissimi festival tedeschi. La stessa attenzione è stata data alle scelte musicali, partendo da un death melodico nella scia di Ensiferum o Finntroll per poi esplorare lidi più melodici, attraversando un tentativo di metalcore nel 2012 con il controverso Guten Tag e una successiva esplorazione dei vari generi di grido negli anni successivi.

Il termine furbacchioni comprensibilmente aleggia sui cinque bavaresi, complice anche l’approdo nel 2020 presso un grosso calibro in ambito metal quale Napalm Records e il contemporaneo ingresso in formazione di Fylgja (moglie di Seiler) come voce femminile. In queste condizioni l’uscita del nuovo Ewige Wacht mi ha incuriosito forse più del dovuto.

L’apertura affidata a “Immer Treu” alza il sipario su un album compatto e cesellato fin nei dettagli, che lascia alle spalle le velleità esplorative e si concentra su un death dalle forte tinte heavy con l’immancabile aggiunta di passaggi folk. La voce di Fylgja è sfruttata molto più che nel precedente Zeichen e costituisce un vero e proprio controcanto melodico allo screaming di Freki. La produzione è cristallina e impeccabile, lasciando sugli scudi le voci ma premiando la chitarra solista con uno spazio tipico della scena heavy classico.

La musica dei Varg si dipana su dieci tracce estremamente controllate sia nella durata che nelle dinamiche, al punto di trasmettere un’impressione di easy-listening non troppo lontana da gente come Deathstars o Avatar, ma si fa forza di un impianto talmente ben studiato che non lasciarsi coinvolgere dalle trame melodiche di “Eisenseite” o scapocciare su “Schildmaid” è pressoché impossibile. Menzione obbligatoria per la conclusiva title track, un mid-tempo epico che pesca addirittura dai celebri lenti dei Blind Guardian, pur senza raggiungerne le vette. I miei limiti impediscono una valutazione approfondita dei testi, dedicati a miti nordici e dichiarazioni di orgoglio degne degli ultimi Amon Amarth.

In generale prevale un senso di precisione chirurgica che può piacere o non piacere, ma sicuramente colpisce. Nell’anno del ritorno di Skálmöld e Finsterforst, Ewige Wacht lancia la sfida in chiave maggiormente metal e compiacerà gli orfani delle sonorità pagan-folk degli anni ’10, in attesa di assistere ai Varg in veste live dove si preannuncia un successo assicurato vista l’attitudine della nuova opera.