VASCO ROSSI – Sono Innocente
Chi può immaginarsi la scena Rock italiana senza Vasco? C’è chi lo ama, chi lo odia e chi semplicemente lo ignora. Diciassette dischi sono argomenti validi per dedicare una finestrella a questo musicista nostrano.
Due fatti mettono subito la pulce anche all’orecchio dell’ascoltatore Vasco-repellente: primo, il testo di “Sono Innocente Ma…” pare essere una risposta diretta a voci critiche; secondo, nelle canzoni si ritrovano spesso e volentieri richiami a successi passati. Considerate le opinioni discordi sul suo personaggio, Vasco ha ragione di costatare che qui qualcuno è sempre pronto a giudicare e di chiedere all’interlocutore immaginario se cadi come un pollo o resti in piedi come Rocky.
Con il passare dei pezzi si allunga una lista di déjà vu legati a hit del passato e viene da chiedersi se ciò sia un omaggio del musicista a se stesso, un dono ai sostenitori di lunga data o semplicemente sintomatico di una mancanza d’idee. Vasco prova di saper ancora raccontare in modo diretto e vivo storie quotidiane in cui molti possono riconoscersi. Le chitarre fanno la parte del leone nelle linee strumentali, presentandosi dure nei pezzi più cinici e forti come “Lo Vedi” o più dolci in “Come Vorrei”, spaziando dall’Hard Rock al Pop radiofonico, senza dimenticare qualche bell’assolo che pone l’accento sul lato più Rock.
Sono Innocente è un lavoro composto seguendo la ricetta del successo rossiano e — seppur deluda chi si aspettava sorprese o note di spicco — tenta di accontentare i vari gusti. È conforme al personaggio di Vasco: c’è chi lo ama e c’è chi dice no.