VECORDIOUS – Reminiscence | Aristocrazia Webzine

VECORDIOUS – Reminiscence

 
Gruppo: Vecordious
Titolo:  Reminiscence
Anno: 2010
Provenienza:  Norvegia
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Lunar Serenades
  2. The Ravenous Ones
  3. Paramnesia
  4. Anthropomancy
DURATA: 18:27
 

La band norvegese dei Vecordious prende vita dalle ceneri degli Olm, Roger Isaksen e Raymond Hansen, entrambi chitarristi, chiusa quell'avventura iniziarono a dedicarsi a questa nuova creatura trovando in Martin Lahlum dei Metherra il bassista/cantante che cercavano, pur rimanendo privi di batterista tanto che il demo "Reminiscence" verrà registrato con il supporto di una drum machine.

Quattro brani per diciotto minuti scanditi da un death metal veloce, pulsante, fortemente adrenalinico attraversato da inaspettate quanto gradite divagazioni avantgarde che portano alla mente nomi di celebri loro connazionali quali Arcturus e Ved Buens Ende. Se la voce pulita di "Lunar Serenades" denota una connotazione garmica, il riffing di "The Ravenous Ones" invece si appoggia più al lavoro di Carl Michael Ende e soci, l'apertura vocale di tipo teatrale attinge da entrambe le formazioni con una naturalezza disarmante, soprattutto perché incastonata al di sopra di un carro armato che sia quando lanciato in velocità, sia nelle fasi evidentemente evocative possiede una spinta notevole.

"Paramnesia" oltrepassa il confine norvegese per bagnarsi nella Svezia black di gente come Dissection ed Excessum dove melodia e potenza fondendosi rilasciano pesanti schiaffi in faccia, contrastante come natura l'ultima traccia, "Anthropomancy" sin dal proprio inizio denota una mentalità più riflessiva. Si rivelerà una semplice facciata perché intorno al primo minuto si tramuterà nell'ennesima sonora legnata all'interno della quale i fraseggi tecnici in chiave di riffing si tramuteranno in un fiume in piena alimentato dall'astiosa voce di Martin.

I punti chiave dell'operato dei Vecordious sono racchiusi nel gran lavoro eseguito e composto dall'accoppiata d'asce, capaci di creare ritmiche spacca ossa e attimi posti a intermezzo che siano incisivi evitando passaggi a vuoto, e nella prestazione dietro il microfono di Lahlum che nel growl quanto nelle parti in pulito si esprime con sicurezza avvalorando ancor più la tesi che questi ragazzi abbiano davvero tanto da dire. La stessa drum machine non penalizza il suono di "Reminiscence", è programmata a dovere e impatta positivamente nell'entrare in sintonia con gli altri strumenti.

Come spesso capita si parla di un'autoproduzione, attendendo e augurando ai Vecordius di trovare un'etichetta che dia loro piena fiducia non posso che esortarvi a passare sullo space della band e a contattarli per acquistare una copia del demo. Se il buongiorno si vede dal mattino, per loro potrebbero arrivare delle splendide giornate.