VERATRUM – Visioni
Gruppo: | Veratrum |
Titolo: | Visioni |
Anno: | 2018 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
TRACKLIST
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DURATA: | 20:38 |
Presentarvi i Veratrum dovrebbe essere ormai una operazione superflua: le cinque uscite realizzate in un decennio e trattate pressoché interamente dalla vostra webzine aristocratica parlano chiaro. La gavetta e l’esperienza maturate negli anni hanno permesso alla band bergamasca di affinare il suo prophetic metal e di investire anche sul fronte dell’immagine, senza dimenticare la presenza sul palco.
Visioni è il nuovo ep di Haiwas e soci, che rompe un silenzio durato tre anni, Mondi Sospesi infatti usciva nel 2015; solo due, se consideriamo l’ep concettuale (e digitale) del 2016 Chronicon, che riproponeva la Trilogia delle Città Perdute di Sentieri Dimenticati. La nuova breve opera, composta da cinque brani per venti minuti di durata, è matura sotto ogni aspetto, senza cali né passaggi superflui. Il metal profetico (definizione concettuale più che musicale) dei Veratrum bilancia splendidamente la furia del death metal, la potenza e l’impatto moderni, la melodia dei ritornelli e le atmosfere magniloquenti di stampo sinfonico.
“Oltre Il Vero” è il pezzo che guarda maggiormente alle origini del gruppo e impone la classica cadenza del cantato in italiano di Haiwas (qui autore anche di un assolo di chitarra ben integrato nel contesto), limitando le aperture melodiche in favore della pesantezza. “Per Antares” è un intermezzo orchestrale che non stonerebbe affatto su uno degli ultimi dischi dei Dimmu Borgir; vi si trova inoltre una breve incursione di Taliesin, cantante degli Eternal Samhain. “L’Alchimista” sorprende (parzialmente) per le affinità con il secondo ep dei Voland, rilasciato lo scorso anno proprio dagli stessi Haiwas e Rimmon: lo stile difatti diviene più glorioso e fiero, in linea con “Ottobre”; Giulian degli Scuorn compare come ospite alla voce. “La Stella Imperitura” invece si lancia in medias res e sfoggia il marchio di fabbrica dei Veratrum, cioè l’appeal delle melodie e del cantato pulito che abbraccia l’estremo e i blast beat. Infine in chiusura ecco la partecipazione esterna più incisiva, con il clarinetto del maestro Vittorio Sabelli, deus ex machina del progetto (ahimè concluso) Dawn Of A Dark Age e ora alle prese col choro jazz di Chorando: un momento davvero emozionante nella sua apparente semplicità…
L’ultima analisi spetta al digipak, al tatto solido, privo di libretto ma apribile a mostrare i testi, facilmente leggibili. L’immagine di copertina è opera del batterista Sabnock e segue la scia delle precedenti, però con un tocco più arcano. L’unico neo resta così il tremolante logo, cui sicuramente la band è affezionata ma che per dovere di cronaca devo segnalare.
Visioni è il modo perfetto di conoscere una band con un radioso futuro di fronte e un solido passato sulle spalle. L’agile formato ep distilla e concentra al meglio l’essenza dei Veratrum, una formazione intelligente di cui l’underground italiano dovrebbe andare davvero orgoglioso.