VI – De Praestigiis Angelorum
Gruppo: | VI |
Titolo: | De Praestigiis Angelorum |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Agonia Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 44:57 |
Il nome dei VI, progetto in cui militano membri ed ex di realtà quali Antaeus, Aosoth, Merrimack e The Order Of Apollyon, è in giro ormai da quasi una decade, infatti pubblicò l'ep di debutto "De Praestigiis Daemonum" nel 2008. A quel lavoro seguì poi nel 2010 lo split "Angels Falling Down", in compagnia dei già tirati in ballo Aosoth. A cinque anni di distanza, la band francese ha rilasciato infine il primo album "De Praestigiis Angelorum", dopo essere entrata a far parte della famiglia dell'Agonia Records.
Com'era facilmente prevedibile, il suono e l'impostazione che guidano il disco sono ricollegabili al filone del religious black metal meno ruvido e scartavetrante di quello esposto a esempio dagli Antaeus, ma riconducibile a quanto consegnatoci nel corso degli anni da celebrità del genere connazionali come Deathspell Omega e Blut Aus Nord o dagli svedesi Funeral Mist e Watain. La mancanza di personalità e la discontinuità emotiva conferiscono però al lavoro lo status di prova piacevole, tuttavia non completamente sviluppata.
Il caos creato dal furioso incedere in blast beat e dall'ampio sfoggio di dissonanze e melodie fruibili e affascinanti in sede chitarristica rimane inghiottito da uno svolgimento tecnicamente indiscutibile ma sin troppo canonico. La proposta non oltrepassa il limite del già sentito, portando a termine il proprio compito in maniera diligente e operaia. I brani sono marchiati con intensità, inquietudine e una buona dose di perseverante malvagità, risultando però privi di quella genialità audace e di quella morbosità stringente adeguate ad alimentarne i desideri più reconditi.
In definitiva "De Praestigiis Angelorum" non è di certo un capolavoro, pur essendo uno dei tanti dischi che sa il fatto proprio. I VI sono manovalanza esperta che non dovrebbe trovare particolare ostacoli nel farsi ascoltare e attirare a sé — esclusivamente o perlopiù — le simpatie di coloro i quali si nutrono costantemente di sonorità similari.