VIATHYN – The Peregrine Way
Gruppo: | Viathyn |
Titolo: | The Peregrine Way |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Canada |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:04:14 |
Il 2010 è stato l'anno di debutto per numerose realtà e a quanto sembra è arrivato il momento anche per i canadesi Viathyn, che dopo un solo demo datato 2007 e un cambio in formazione nel ruolo di bassista hanno rilasciato questa estate "The Peregrine Way". È un disco di power nel quale sono le chitarre a dominare la scena, inutile negarselo dato che dal primo ascolto avrete da subito l'impressione, che diverrà certezza con il tempo, che siano le asce a fare la parte del leone. Lo stile in sé, tendente a più riprese a inserire una visione progressiva e a divagare nel folk, potrebbe farvi venire in mente i nomi più disparati, vi sono tratti epici degni dei bardi Blind Guardian, ci sono punti di contatto con gli Skyclad e passaggi che potrebbero riportare alla memoria i primi Helloween, è chiaro però che l'ispirazione sembra essere prettamente di matrice europea.
La band fondata nel 2006 da Tomislav e Dave Crnkovic, rispettivamente cantante-chitarrista e batterista, completata dalla presenza al basso di Alex Kot e all'altra sei corde da Jake Wright, ha ancora da lavorare e su questo non ci piove. Le pecche più evidenti però non sono legate alla struttura dei brani che sanno essere piacevoli e intriganti nel loro svolgersi sfaccettato e ricco di influenze, cosa che vi risulterà palese dopo aver messo l'album nel lettore e aver incrociato episodi come "Heathen Arise", "Through The Orchard", "The Twilight Haven", "Frail Titan" e la seducente acustica "Canvas", quanto purtroppo a scelte poco accurate fatte in sede di missaggio.
Le linee vocali di Tomislav hanno subito il trattamento peggiore: il volume è ridotto rispetto al resto, costringendolo spesso e volentieri a finire sotto le chitarre, che nei momenti in cui l'intreccio prog si fa più robusto non sono del tutto lucide. È un peccato, perché i Viathyn sembrano avere le idee chiare su come voler suonare e sull'evoluzione da far intraprendere alle tracce, che oltretutto sono discretamente arrangiate e adornate dalla presenza femminile di Camille Austria in "Sirenum Scopuli" e "Through The Orchard", da una buona prova solista dell'ospite Sascha Laskow in "Sirenum Scopuli" e da un uso delle tastiere mirato a infondere la dovuta profondità senza perdersi nelle inutili scorribande troppo di moda da un po' di tempo a questa parte.
Chi in genere ha piacere nell'ascoltare creature che siano più sofisticate, allontanandosi così dai classici standard che inondano giornalmente il metal di dischi fotocopia, dovrebbe dare una chance a "The Peregrine Way". Per quanto ancora non perfetto, il lavoro dei Viathyn è una boccata d'aria fresca che andrebbe respirata a pieni polmoni.