VOID OF SILENCE – The Sky Over
Sono trascorsi otto anni da quando i Void Of Silence diedero alle stampe The Grave Of Civilization e quattordici da quel monumentale Human Antithesis, che consacrò il gruppo capitolino come realtà di raro spessore all’interno del contesto doom nostrano. L’ormai quasi ventennale sodalizio artistico tra Riccardo Conforti e Ivan Zara (coadiuvati questa volta da Luca Soi al microfono) ha dunque finalmente dato vita a una nuova opera intitolata The Sky Over: un concept — sia musicale che grafico — ispirato a un certo approccio pionieristico riguardante l’aviazione, l’esplorazione estrema degli inizi del secolo scorso e le conseguenti tragedie.
Tralasciando sterili divagazioni su eventuali raffronti con i lavori precedenti, The Sky Over si presenta come un equilibrato e compatto impasto di ambient malinconico e doom granitico, risultante particolarmente empatico e coinvolgente. Il trio ci accompagna, in maniera delicata ma decisa, alla scoperta di un immaginario cristallino e glaciale, talvolta etereo, al cui cospetto le più audaci e visionarie speranze si infrangono ineluttabilmente contro la potenza degli elementi, creando un vortice emotivo di austero e scintillante splendore.
Come già detto, le trame dei Void Of Silence inglobano dilatati tappeti ambient e infiltrazioni drone, ma il tutto viene infine declinato in un doom enfatico e dalla forte componente atmosferica. La voce (quasi sempre) pulita di Luca Soi si sposa alla perfezione con linee melodiche di superba bellezza, le quali drappeggiano strutture atmosferiche affascinanti e avvolgenti; gli arrangiamenti sono altresì evidentemente studiati per far risaltare frequenti picchi emozionali, portando spesso in primo piano melodie cariche di struggente fatalismo, ma permettendo sempre a un’effettistica diafana di cesellare l’intero lavoro, rivelando da parte dei compositori una cura minuziosa per i dettagli.
Sebbene il canovaccio di genere non subisca (fortunatamente) particolari scossoni in corso d’opera, ogni pezzo possiede la propria peculiare cifra emotiva, fattore che sembra essere sottolineato dagli intermezzi strumentali “Abeona (Or Quietly Gone In A Hiatus)” e “Adeona (Or Surfaced As Resonant Thoughts)”, posti a divisione dei blocchi principali dell’album (“The Void Beyond”, “The Sky Over” e “Farthest Shores”). Al netto di ciò, ben riflettendo la propria base concettuale, l’intero lavoro sembra voler offrire una panoramica sulla tanto folle quanto affascinante capacità dell’Uomo di immaginare le imprese più audaci e sulle frequentemente funeste conseguenze, assumendo le forme di un riverberante e commovente affresco dominato da liquidi colori freddi in cui l’eleganza si fonde con la spietatezza, e la temerarietà con un’inevitabile e drammatica afflizione.
Un tale disco è a tutti gli effetti un capolavoro di raffinata ricercatezza, un paradigma di elegante e prorompente personalità. Sebbene il sottoscritto sia spesso restio a scomodare certi termini, The Sky Over è un’opera assolutamente maestosa e toccante con cui i Void Of Silence riconfermano di essersi ampiamente meritati un posto d’onore nel panorama di genere. E ben venga se dovessimo anche attendere altri otto anni per poi ritrovarci in mano un’altra meraviglia di questo tipo.