VONÜLFSRËICH – Spell Of Thunder [2015] | Aristocrazia Webzine

VONÜLFSRËICH – Spell Of Thunder [2015]

 
Gruppo: Vonülfsrëich
Titolo: Spell Of Thunder
Anno: 2015
Provenienza: Finlandia
Etichetta: No Fun House
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TRACKLIST

  1. From The Realms Of Iron We Were Summoned
  2. Barbaric Bloodlust
  3. Sepulchral Spell (Triumph Of Death)
  4. Fucking Frozen
  5. A Key To The Alchemist's Diary
  6. Kaikki Paha
DURATA: 29:32
 

Di quando in quando capita di trovarsi di fronte a dischi fuori dal tempo, consapevolmente incuranti dell'anno corrente e cristallizzati in un'epoca differente, disinteressati all'evoluzione del mondo intervenuta nel frattempo. "Spell Of Thunder" rientra precisamente in questa categoria. Ufficialmente fondati solo nel 2012, ma evidentemente figli degli anni '80 e attivi da ben prima (i lavori su alcuni pezzi risalgono fino al 2005), i Vonülfsrëich fanno dell'attitudine l'elemento primo della loro musica. Basta dare una scorsa alla loro pagina Facebook, che conta la bellezza di settantotto fan al momento in cui redigo questo articolo, per farsi un'idea piuttosto precisa del contesto in cui si muove la formazione di Oulu, all'estremo settentrionale del Golfo di Botnia. «Genere: Archaic Black Metal, Forest Thrash, Ritual Punk, No-Fi, Underground Metal, Experimental, Epic Metalpunk, Necrofolk».

Largo dunque ai Bathory dei primi lavori, uniti ai Darkthrone nella loro versione più vicina al punk, uniti a un'atmosfera più ribelle che malvagia, più outsider che sovversiva. Suoni scadenti, voce sporca, riff thrash e una confezione d'altri tempi su carta scritta a mano, fotocopiata in ben cento copie e stampata in casa per la propria etichetta, che pubblica ovviamente rigorosamente su cd-r. La stessa band, pur ruotando evidentemente intorno alla figura di Yonülf (voce, chitarra e basso) e Fogg, possiede confini abbastanza labili: quest'ultimo — solitamente alla batteria — in un paio di brani prende il posto del suo compare alla sei corde e alla voce, mentre il primo si sposta dietro le pelli. Ancora, Aristoteles HellAriser spunta qua e là nei credits come chitarrista aggiunto, mentre ospiti del calibro di Lempo e Bünker Fantöm Khoir (una persona? un gruppo di amici?) si avvicendano qua e là aggiungendo assoli, urla e altre amenità.

"Spell Of Thunder" è un lavoro fuori dal tempo, un integralismo sempre più raro che potrà trovare consensi solo tra chi ancora vive il fascino per un'epoca conclusa da almeno tre decadi. Pochi, quindi, se non pochissimi, ma ho idea che i Vonülfsrëich se ne curino il giusto. O non se ne curino affatto.