VORBID – Mind
I Vorbid sono un gruppo norvegese di formazione recente, nato nel 2013 e dedito al thrash metal. Dopo essere entrati nel roster dell'etichetta connazionale Indie Recordings, hanno pubblicato quest'anno il loro album di debutto "Mind", séguito di un paio di singoli e dell'ep del 2016 "Zombie".
Il quartetto composto da Michael Eriksen (voce e chitarra), Daniel Emanuelsen (chitarra), Jonas Tellefsen (basso) e Marcus Gullovsen (batteria) possiede una visione del genere decisamente ampia e dai risvolti tecnici. Le influenze dei grandi nomi degli anni '80 (se ne potrebbero fare tanti, ma stavolta evitiamoceli) sono decisamente palesi, sia in fase di costruzione dei pezzi che nel modo di eseguirli.
Le sole cinque tracce racchiudono quasi cinquanta minuti di musica, all'interno dei quali convivono con mestiere e sprazzi di genio aggressività, melodia e ritmiche cangianti. I cambi di tempo sono difatti numerosi, inquadrati con cognizione di causa nel contesto del pezzo e portatori sani di headbanging; la lunga suite eponima posta in coda (quasi ventiquattro minuti) ce ne fornisce diversi esempi.
Alla luce di quanto scritto, risulta difficile muovere grosse critiche ai Vorbid. Il lavoro strumentale è piacevole, con le chitarre libere di sbizzarrirsi in fase di assolo e perfettamente combinate con il basso decisamente presente, vibrante e in rilievo nel mix. L'ampio respiro offerto ai brani invece non fa altro che avvolgere l'ascoltatore, in attesa delle parti più pestate. La produzione dal canto suo è un po' priva di spessore, tuttavia fluida e capace di definire i suoni.
L'unico aspetto che si contrappone a tutti questi ambiti positivi riguarda la prestazione vocale di Michael Eriksen, una evidente nota dolente. La sua situazione potrebbe essere paragonabile a quella di David DiSanto, leader degli statunitensi Vektor e musicista apprezzatissimo, ma la cui voce e le linee utilizzate sono state motivo di discussione fra gli ascoltatori e i fan della band. Soltanto dopo svariati ascolti ci si abitua al cantato stridulo e monodimensionale di Eriksen, sin troppo invasivo e talvolta inadatto al contesto, nonostante uno stile in grado di divenire un tratto distintivo. In pratica lo si ama o lo si odia, c'è poco da fare.
Il potenziale in dote ai Vorbid è indiscutibile, le idee non mancano, così come i mezzi tecnici per modellare un'uscita importante e di qualità superiore a questo pur buono "Mind", un debutto in grado di attirare la nostra attenzione. Teniamoli d'occhio!