VULTURIUM MEMORIAE – Nato Per Ragioni Ignote
Gruppo: | Vulturium Memoriae |
Titolo: | Nato Per Ragioni Ignote |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Avantgarde Music |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:00:02 |
Vulturium Memoriae è un progetto di liguri e recenti origini, nato per volontà del polistrumentista Mirg, figuro che avevamo già conosciuto come unico responsabile di Macabre Enslaver; tuttavia questa volta il Nostro non si occupa di Black Metal e neppure delle perversioni del credo cristiano, ma si inoltra in un cammino musicalmente più sperimentale e concettualmente di certo più intimo. Indossate ancora una volta le vesti del factotum e accasatosi con la Avantgarde Music, il musicista nostrano ha partorito la prima opera sotto tale nome, intitolata "Nato Per Ragioni Ignote".
Il disco nel suo insieme prende la forma di un mantra lento, vibrante, dai toni oniricamente liquidi, dilatati e in qualche modo malinconici: benché per alcuni versi relativamente omogenea e uniforme, la musica presentataci è un empatico amalgama di acide melodie vagamente dissonanti ("Grigiore A Cielo Aperto"), nebbiose e alienanti derive Ambient e Drone ("Dissolvenza Della Ragione"), psichedelia di stampo Industrial ("Onde Psichiche Di Coscienza") e monolitiche strutture Doom dai marcati accenti Post ("Lungo L'Orizzonte Dell'Addio"), che arriva perfino a lambire una livida espressività atmosferica tipica di certe correnti Dark degli Anni Ottanta ("Miraggio Attraverso I Ricordi"). Nonostante sia parecchia la carne messa sul fuoco, il lavoro offre l'impressione di necessitare di una considerazione globale, ovvero richiedendo all'ascoltatore di non soffermarsi sui singoli episodi, bensì di reputare la scaletta come un'unica, lunga e impegnativa esperienza psichica.
"Nato Per Ragioni Ignote" si palesa come un album ossessivo, spesso e volentieri inquietante, suadente, impalpabilmente ipnotico e tetro nei toni, apocalittico e profondamente energico nel proprio incedere, senza comunque mai scadere nell'utilizzo di facili artifizi quali velocità spropositate o voci sgolate: l'opera è invero totalmente strumentale — fatta eccezione per le poche parole pronunciate nel finale nascosto di "Lungo L'Orizzonte Dell'Addio" — e forse è questo uno dei maggiori punti di forza, poiché rende l'ascolto particolarmente intenso e inglobante per l'uditore ricettivo verso questo genere di proposte.
Mirg ha quindi confezionato per noi un viaggio riflessivo, tormentato e profondo attraverso le proprie disagiate e disturbanti visioni artistiche, in cui il frustrante degrado dell'animo umano è evidentemente un elemento di spicco, il quale qui diviene non solo una cardinale influenza concettuale, ma anche e soprattutto una chiave di volta per tentare di analizzare e comprendere un disco sperimentale piuttosto complesso da metabolizzare. Se quindi non siete timorosi, affrontate questo esordio di Vulturium Memoriae: potrebbe darvi parecchio su cui riflettere!