WELTSCHMERZ – Odium Humani Generis | Aristocrazia Webzine

WELTSCHMERZ – Odium Humani Generis

 
Gruppo: Weltschmerz
Titolo:  Odium Humani Generis
Anno: 2014
Provenienza:  Paesi Bassi
Etichetta: Immortal Frost Productions
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TRACKLIST

  1. Ab Æterno
  2. Ending Your Life
  3. None Of Us Will See Heaven
  4. Mysterium Iniquitatis
  5. Homo Homini Lupus
  6. Geschrei In Der Nacht
  7. Asmodeus
  8. The Night Is My Domain
DURATA: 41:54
 

I Paesi Bassi non sono proprio il primo posto che viene in mente quando si pensa al black metal, con nomi come Ayreon o Asphyx a portarne in giro i colori con ben altri stili. Tuttavia, ho accolto con discreto interesse l'arrivo di "Odium Humani Generis" dei Weltschmerz sulla mia scrivania.

Il gruppo si formò nel 2009 e subito fece parlare di sé con il marcio EP autoprodotto "Cry For War", che li ha portati nel tempo a intimorire gli spettatori di tutta Europa con una serie di concerti. I Weltschmerz sono infatti anche noti per il loro approccio molto "mayhemiano" alla performance dal vivo, aggressivo (anche e soprattutto verso loro stessi) e molto attento all'impressione visiva.

Nel giro di qualche anno, la band originaria della provincia di Utrecht ha attirato l'attenzione di un'etichetta belga che sta facendo parlare molto di sé negli ambienti underground: la Immortal Frost Productions. Il loro primo disco ufficiale "Odium Humani Generis" offre una panoramica completa su ciò che i Weltschmerz rappresentano musicalmente e concettualmente: un vortice di dolore e di odio nei confronti del genere umano. La copertina ci presenta un mondo in rovina, dove la speranza è sparita del tutto e ha lasciato spazio alle tinte opache di una realtà in cui siamo tutti gli uni contro gli altri, senza via di scampo.

Il progetto si presenta da subito come un assalto di black metal vecchia scuola, con relativamente poco spazio concesso a inserti melodici ("None Of Us Will See Heaven") o atmosferici. In tutta la sua aderenza al canone, questo disco riesce a risultare piuttosto godibile e non insistente, nonostante qualche lungaggine in alcuni episodi (come nel finale di "The Night Is My Domain"). Da notare, nella scaletta, la compresenza di latino, inglese e tedesco (sorprendentemente niente olandese), anche questo un fenomeno molto diffuso nel genere.

Era un po' che non mi dedicavo all'ascolto di black metal così diretto, che probabilmente trova la sua miglior incarnazione in "Asmodeus", e devo dire che i Weltschmerz sono stati una piacevole variazione nei miei ascolti di quest'anno, pur non rivoluzionando gli schemi del genere (e decisamente non volendolo fare). Consigliati a chi cerca del black metal senza fronzoli, probabilmente da evitare per chi preferisce approcci più sperimentali o meno ortodossi alla materia.