WHALES AND AURORA – The Shipwreck
Gruppo: | Whales And Aurora |
Titolo: | The Shipwreck |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Slow Burn Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 42:53 |
Il post metal è diventato per il sottoscritto uno di quei generi che o amo da impazzire o odio profondamente, ciò è scaturito da una continua esposizione a prestazioni musicali che frequentemente si limitavano a ricalcare le orme già impresse da grandi nomi quali sono Neurosis, Isis e Cult Of Luna.
In Italia come stiamo messi? Siamo messi bene, di certo non mancano le band che danno prepotentemente spallate per farsi conoscere e apprezzare. Chi non c'invidia nomi come i Lento, gli Ufomammut e perché non citare formazioni in ascesa come i Sunpocrisy e Quiet In The Cave? A questa schiera si aggiunge un quintetto vicentino che si è fatto attendere, ma che è adesso pronto a dire la propria con il debutto "The Shipwreck", loro sono i Whales And Aurora.
Collera, rabbia, solitudine, alienazione, fuga dal mondo, rivalsa: è un impianto emotivo instabile, cantilenante, per non dire altalenante, quello che si scatena roboante all'interno dei brani. La prestazione strumentale sembra volersi posizionare in due distinti e separati modi per dare vita a queste sensazioni. La prima parte del lavoro sfrutta la componente vocale ottimamente curata per impostazione ed esecuzione da Alberto Brunello, forse leggermente similare a quella di Klas Rydberg in certe inclinazioni, per fornire un corpo e un peso evidenti alle movenze più astiose e cupe, lasciando che l'angoscia esploda in una riottosa e volitiva presa di coscienza. A tal proposito "Refused Recounting Words", "Achieving The Unavoidable", lo strumentale ambient dissestante "The Aground Hard-Ship" e "Abandoned Among Echoes" ne sono la furente e avvilente rappresentazione, con l'ultima che vede già il tiro modificarsi.
È un gioco di contrasti quello che rende affascinante il trascorrere dei minuti che ci conducono alla seconda metà dell'album, in cui la sinfonia prende veramente altra piega. Con l'entrata delle note delicate, sognanti, un po' floydiane del secondo pezzo strumentale, "Awakened By The Aurora", l'atmosfera sinora ricoperta da fitte nubi lascia intravedere, seppur in maniera sparuta, spiragli che permettono lievi infiltrazioni di luce. Sembra di assistere alla quiete dopo la tempesta e la sensazione viene rimarcata nella successiva "A New Awareness", dove si ha la netta impressione che il meccanismo azionato dalla musica — produttore di un grigiore insistente — sia stato adesso sostituito da uno nel quale vi è una concentrazione di bianco non più indifferente. La robustezza della canzone serve non più a liberarsi e sfogarsi, ma a dimostrare che si è raggiunto l'obbiettivo prefissato: la presa di coscienza che conduce alla schiarita, accompagnata dalla coda, ancora una volta unicamente affidata alla sezione strumentale con "Floating On Calm Waters".
Gli Whales And Aurora hanno fatto centro al primo colpo, era facile? Assolutamente no. Preventivato? Ma quando mai… I vicentini si candidano prepotentemente a divenire una delle band di punta della scena nel nostro Stivale, cosa fare quindi se non consigliarvi l'acquisto di "The Shipwreck". Giacomo Leopardi scrisse: così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare: chi dice che lo stesso non vi accada in loro compagnia? Per avere una risposta le uniche azioni possibili da mettere in atto sono ascoltare e lasciarsi andare.