WHEELFALL – Glasrew Point
Gruppo: | Wheelfall |
Titolo: | Glasrew Point |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Sunruin Records |
Contatti: | |
TRACKLIST CD1
|
|
DURATA: | 40:23 |
TRACKLIST CD2
|
|
DURATA: | 42:09 |
Alle volte si può rimanere davvero sorpresi di quanto una band possa cambiare forma e migliorare nel corso degli anni. Mi ero imbattuto nei francesi Wheelfall al tempo in cui venne rilasciato l'ep d'esordio "From The Blazing Sky At Dusk" e ne ero rimasto soddisfatto: un'opera basata su sonorità stoner notissime, ma realizzata con discreto gusto e che faceva intravedere un ampio margine di crescita futura. Me li ritrovo ora all'orecchio a distanza di oltre un lustro, essendomi perso per strada sia l'album "Interzone" che lo split con gli A Very Old Ghost Behind The Farm, con il doppio cd "Glasrew Point", che racconta una storia completamente diversa e decisamente più matura di qualsiasi previsione potessi azzardare.
La calura e il deserto sono andati a farsi fottere, le atmosfere e il suono in generale hanno virato abbondantemente, dimenticandosi dello scenario da Desert Valley tipico del primo vagito, puntando oggi in direzione di una miscela che vede combinarsi post-metal, doom, sludge e scie industrali e noise. Le differenze sono talmente evidenti da poter paragonare la mutazione avvenuta alla repentina scomparsa del sole, coperto improvvisamente da banchi di nuvole cariche di pioggia: ci si ritrova così in un'area nella quale in maniera spiazzante sono le varie tonalità di grigio ad avere il predominio.
I Transalpini mettono sul piatto una prestazione intensa, granitica, pesante, spettrale e alienante, dimostrando di sapersela cavare egregiamente sia nel dare voce alle singole correnti sonore che al loro impasto, forgiando brani di spessore e lunga durata ("Dead Eyes", "The Drift", "Absence Of Doubt", "Shape Shifter" e "Return Trip") in cui muscoli e capacità ipnotiche sono in grado di allearsi. Inoltre piazzano gli strumentali in posizioni ideali per svolgere il ruolo di introduzione ("I Descend Into The Deep" e "Shelter") e intermezzo ("Now Wakes The Sea" e "A Night Of Dark Trees"), completando infine l'ammaliante quadro con alcune canzoni leggermente più brevi ma efficaci come "Vanishing Point".
Nel tetro e alle volte ambizioso lavoro dei Wheelfall tutto sembra funzionare come richiesto, i quattordici episodi di "Glasrew Point" infatti attraggono e inondano l'udito con una valanga di grigiore a volte intrepida e roboante, altre malinconica e dispersiva, dando riprova di quanto il livello di composizione e l'abilità di incanalare emozioni siano maturati. Con il disco in questione hanno compiuto un vero e proprio passo da gigante, che mi auguro porti loro un maggior numero di riscontri positivi e di interessati all'ascolto.