WHELM – A Gaze Blank And Pitiless As The Sun
I Whelm sono una delle tante formazioni che non mi sarei atteso di riascoltare a breve termine. La formazione infatti decise di chiudere i battenti nel 2012, dopo dieci anni di attività e la pubblicazione del demo The Prologue (2006), per poi sorprendere nel 2013 con l’uscita di un primo album postumo e a dir poco splendido intitolato A Gaze Blank And Pitiless As The Sun, rilasciato esclusivamente in formato digitale e tutt’oggi scaricabile dalla pagina Bandcamp, utilizzando la formula name your price.
Il 2015 ha visto rinascere questa opera, grazie al lavoro dell’attenta e qualitativamente sempre valida etichetta britannica Aesthetic Death, che le fornisce forma fisica. La versione odierna è in CD e presenta una veste grafica adeguata a impersonare quel sentore di costante decadenza riversato nelle composizioni del gruppo: la copertina ritrae il Pandemonium di John Martin.
La proposta è estrema, priva di compromessi e imbastardita, una forma nebulosa di nero che si rifà ai movimenti doom-sludge e post-metal, un po’ come se tali universi musicali si avvinghiassero, mostrando i lati più ruvidi e desolanti del proprio carattere. Al contrario le sensazioni malinconiche e acquietanti sono sfruttate perlopiù in qualità di sottofondo, quasi a volerle reprimere e addirittura schiacciare nei frangenti in cui il suono diviene talmente scuro e violento da evocare sfumature di malessere black metal.
A Gaze Blank And Pitiless As The Sun è dotato di un’atmosfera plumbea e sulfurea, che si sposa in maniera tentacolare e teatrale quanto severa alla disamina di un animo che perseguita nella propria degenerazione. Quest’ultimo si vede rinchiuso in una gabbia dalla quale non trova modo di uscire, rimanendo intrappolato nell’agonia di “From The Trenches Of Perception”, soffrendo la dualità emotiva-dirompente di “Delphine La Laurie” e finendo per rimanere schiacciato dall’impenetrabilità soffocante della doppietta conclusiva formata da “Ghost In The Undergrowth” ed “Event Horizon”.
Dispiace dover pensare a questo disco come all’unica testimonianza di lunga durata donataci dai Whelm, sarebbe invece bello poter immaginare che questa nuova vita conferitagli sia lo spiraglio per una possibile rinascita del gruppo e di conseguenza per una ripresa dei lavori. Speculazioni a parte, vi invito vivamente all’ascolto e all’acquisto di A Gaze Blank And Pitiless As The Sun: se questo intreccio di sonorità fosse di vostro gradimento, sicuramente lo riterrete una talentuosa e giustificata aggiunta da inserire in collezione.