WHISKEY RITUAL – Narconomicon | Aristocrazia Webzine

WHISKEY RITUAL – Narconomicon

 
Gruppo: Whiskey Ritual
Titolo:  Narconomicon
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Lo-Fi Creatures
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TRACKLIST

  1. The Forsaken Kings
  2. Fin Du Siècle
  3. Lo-Fi Attitude
  4. Buccaneers
  5. Over The Edge
  6. Bootleg In A Bootleg
  7. Hanged Joe
  8. Legend Of The Alley
  9. We Make Albums That History Throws Up
  10. White Darling
DURATA: 45:08
 

Eccoci con i folli Whiskey Ritual, band capeggiata dal bucaniere Dorian Bones, noto anche per essere il frontman dei doomster Caronte. Avevamo lasciato la formazione con un primo, ottimo album, e con uno split in vinile con i Forgotten Tomb che omaggiava G.G. Allin. Saranno riusciti i nostri a eguagliare il risultato del debutto, oppure saranno caduti nella trappola del secondo album loffio?

La risposta è semplice: questo lavoro è 'na bomba. Dieci pezzi in cui è ancora più accentuato il lato rock 'n' roll della band e in cui i Whiskey Ritual danno il meglio di sé dal punto di vista sia tecnico che compositivo. La differenza principale con "In Goat We Trust" è che stavolta i pezzi sono meno immediati e richiedono più ascolti per poterseli godere appieno. Questo cd gira incessantemente da giorni nel mio lettore e vi assicuro che alla terza passata vi salirà come una droga, e forse è proprio per questo che il titolo del lavoro mischia il lovecraftiano "Necronomicon" e droghe.

I testi infatti prendono in giro un certo tipo di metal serioso e non auto-ironico, lanciandosi in giochi di parole e citazioni notevoli per chi conosce il genere estremo (esempio: "Slowly We Riot" tratto da uno dei brani!), dall'altra parte tracce come "Hanged Joe" sono una vera mazzata e parlano della perdita degli amici e del suicidio. Il lavoro è dedicato a Morgan The Bard, artista prodotto da Moonlight Records, e venuto a mancare recentemente.

In definitiva la musica degli Whiskey Ritual è tutt'altro che leggera o scazzona, come i nostri ci vogliono far credere e forse come loro stessi pensano che sia. Il male, quello che si mette in posa con la faccia dipinta da panda e si fa le foto nelle foreste dietro casa con l'autoscatto, non alberga qui. Qui c'è solo il disagio di chi prende per il culo la vita bastarda e crudele, perché sa che la battaglia con l'esistenza l'ha già persa in partenza.