Wij - Dziwidło

WIJ – Dziwidło

Gruppo: Wij
Titolo: Dziwidło
Anno: 2021
Provenienza: Polonia
Etichetta: Heavy Medication Records
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TRACKLIST

  1. Żmij
  2. Dziwidło
  3. Czarny Lew
  4. W Przymierzu Z Diabłem
  5. Wielki Martwy
  6. Peperuda
  7. Kat
  8. Madame
  9. Łapacz Snów
  10. Tyrania Trupa
DURATA: 36:03

Come un mostruoso insetto del folklore slavo da cui prendono il nome, i Wij strisciano fuori dall’oscurità per irrompere sulla scena con un album minimalista e grezzo, seppur pieno di energia e ben bilanciato. La formazione polacca è un trio composto dalla front-woman Maria (aka Tuja Szmaragd), dal batterista Miko e dal chitarrista baritono Grzegorz. Tutti e tre già noti in band di generi decisamente disparati, nello specifico: The Real Gone Tones, Modernmoon, Elvis Deluxe, Snowgroomers e Soulburners.

Nell’estate di quest’anno hanno pubblicato l’album di esordio Dziwidło per la Heavy Medication Records. Con la loro peculiare combinazione di suoni, il proto-metal che ci viene proposto sembra l’anello mancante nella catena evolutiva che ha visto il rock della fine anni ’70 trasformarsi nel sound grave e tetro dei Black Sabbath, cioè il metal nelle sue forme più primitive. Nonostante il generico gusto retrò, la combinazione di elementi storici viene rivista e rinvigorita dalla potente linea vocale di Maria e dalla varietà di riff e ritmi proposti: accelerazioni e martellamenti tipici del metal sono il climax di molti pezzi, ma lasciano tutto lo spazio d’esistere anche a brani più marcatamente rock. Il sound nel suo complesso può essere quindi definito come un hard rock dalle tonalità molto basse, oppure, per usare un termine già noto e forse più preciso, possiamo definirlo un revisionato garage rock.

Ispirata dall’omonimo racconto dell’orrore dello scrittore russo Nikolai Gogol, Wij è una creatura mostruosa con sei zampe e tre teste che emerge la notte dalle celle di Varsavia. Questo e altri elementi del folklore slavo prendono corpo attraverso i testi in lingua che evocano fantasmi, mostri e piante esotiche. Avendo rinunciato alla conversione dei testi in inglese, i contenuti delle tracce sono stati spiegati dalla band stessa per essere fruibili anche all’estero. I Wij infatti sostengono che il suono della lingua polacca sia parte integrante della narrazione folkloristica e quindi dell’atmosfera generale creata dall’opera.

L’album si apre con “Żmij” che narra dell’omonimo potente essere che nella mitologia pagana slava può risucchiare l’anima e carbonizzare il corpo delle vittime con uno sguardo; le sue palpebre sono così enormi e pesanti che devono essere costantemente sostenute da un entourage di fidati diavoli. La seconda traccia dà il nome all’album e si riferisce a un fiore esotico enorme che replica l’odore di carne in decomposizione per attirare gli insetti di cui si nutre: una volta ogni molti anni fiorisce in una gigantesca verga rossa che sporge tra i suoi petali (alcune specie sono chiamate lingua del diavolo); nella canzone il rigonfiamento rosso soddisfa una giovane fantasma perduta che non riesce a trovare pace dopo la morte. Seguono le due tracce più rock’n’roll dell’album: “Czarny Lew” parla di un demone d’acciaio che gira per le strade di notte, mentre “Czerw” è basata su una poesia del famoso autore polacco Bolesław Leśmian; in questa storia la protagonista, Jadwiga, viene divorata a poco a poco da un verme carnivoro, poi il suo scheletro disorientato attraversa le galassie in cerca di dio. Arriviamo quindi alla meravigliosa sorpresa di “W Przymierzu Z Diabłem”: una incredibile cover dello storico pezzo dei Venom “In League with Satan”. Con questo modello narrativo, l’album prosegue quindi a raccontarci di vagabondi immortali, giovani fanciulle che attirano l’ira degli dei e principesse assassine.

Nel complesso, Dziwidło risulta un’opera più sfaccettata e interessante di quanto la prima impressione possa suggerire. L’alchimia che la contraddistingue è una consapevole rivisitazione di suoni iconici, fantasiosa ed efficace. Un lavoro decisamente degno di nota.