WILCZYCA – Magija
I Wilczyca, letteralmente lupa in polacco, sono un progetto presente sulle pagine di Aristocrazia sin dal loro omonimo debutto datato 2020, mentre Magija rappresenta il quarto album in studio. Come i lavori precedenti, anch’esso viene licenziato dalla connazionale Godz Ov War, vero e proprio sigillo di garanzia quando si parla di marciume e malvagità.
Come per DrakoNequissime, il duo di Varsavia, composto da Nidhogg alla voce e Louve al comparto strumentale, ha deciso di affidarsi a un turnista per le sezioni di batteria. In questa occasione si tratta di Krysztof Klingbein, già membro live per band del calibro di Vader, Belphegor e Batushka.
I Nostri hanno abituato i loro ascoltatori a un approccio minimale e feroce al black metal, talmente lineare nella sua viscerale devozione alla vecchia scuola da rendere apparentemente impossibile qualsiasi evoluzione futura. Questo rimane vero anche nelle otto tracce che compongono Magija, sebbene siano presenti alcuni segnali di cambiamento, per quanto esigui. Tralasciando “Ingressum”, intro strumentale inaspettatamente melodica, e “Tiferet”, breve intermezzo dark ambient, i Wilczyca continuano a tributare il loro omaggio agli anni Novanta scandinavi, con una certa predilezione in questa occasione per Emperor e primi Satyricon. Non mancano, tuttavia, episodi contraddistinti da suoni più compassati e variegati, oltre che da una struttura meno primitiva e leggermente più articolata: la title track e gli avvolgenti ammiccamenti orientaleggianti, intervallati da sfuriate di blast beat, di “Tetragrammaton” sono emblematici in questo senso, così come la conclusiva “Igne Natura Renovatur Integra”.
Parliamoci chiaro: Magija non è certo un lavoro candidato al titolo di album dell’anno. Dedicato alla memoria di Roman Kostrzewski, voce e fondatore dei seminali Kat e ospite nel quarto brano del già citato DrakoNequissime, è comunque un ascolto gradevole, destinato soprattutto agli amanti del black metal più ferino e primordiale che, al netto della mancanza di fronzoli e pretese, è in grado di mostrare timidi segnali di maturazione stilistica. Avanti così.