WOLFBRIGADE – The Enemy: Reality
Come dice il buon Richard Benson, «La vita è il nemico», e a quanto pare i Wolfbrigade sono più o meno dello stesso avviso a giudicare dal titolo del loro settimo album, decimo se consideriamo anche i primi tre pubblicati quando si chiamavano ancora Wolfpack. Ormai il 2019 è terminato e le classifiche musicali di fine anno, comprese le nostre, sono state pubblicate da praticamente chiunque, e personalmente posso dire che The Enemy: Reality sarebbe tranquillamente finito nella mia top 5 dello scorso anno se solo fosse uscito un po’ prima di novembre, così da avere modo di assaporarmelo per bene. Ho tra le mani un disco grosso, grosso davvero, che sicuramente mi porterò dietro in questi prossimi dodici mesi a venire e — perché no — magari pure di più.
Ricordiamo che il quintetto svedese ha denominato il proprio genere Lycanthro Punk, un mix letale di crust, punk e rock ‘n’ roll che probabilmente sarebbe piaciuto tantissimo a Lemmy (e in questo sono forse affini ai colleghi Martyrdöd). In soli 27 minuti ci cacciano fuori la bellezza di dieci tracce che parlano di (auto)distruzione, annullamento, nichilismo, violenza contro il genere umano e uomini che uomini non sono (“The Wolfman” o “Human Beast”, per esempio). Il degno successore di Run With The Hunted, in parole povere.
«La somma dei vizi rimane costante» ci annuncia il primo brano, catapultandoci in mezzo al branco senza passare dall’intro. I suoni sono curatissimi e le influenze grind sono forse meno marcate rispetto ai lavori precedenti, ma The Enemy: Reality funziona comunque alla perfezione, trovando un equilibrio tutto suo e preannunciandosi un ottimo disco da proporre in sede live: impossibile rimanere fermi davanti a ritmi del genere. Tra i pezzi forti spiccano “The Wolfman”, “Hammer To The Skull” e soprattutto il conclusivo “Hunt The Hunter”, la cui intro suona in realtà come un’outro e ci trolla, facendoci pensare di stare in realtà ascoltando le ultime battute del brano precedente, “Human Beast”. La voce di Micke è più incazzata che mai e ciò non può che incorniciare per bene il tutto.
The Enemy: Reality ha tutto quello che si richiede a un album per ritenerlo degno di essere ricordato e in un mondo in cui viene pubblicata nuova musica a cadenza quasi giornaliera, beh, scusate se è poco. Intanto vado a riascoltarmelo e ad appuntarmelo tra i più ascoltati del 2020, perché già so che andrà a finire così.