WOLOK – The Silver Cord
Gruppo: | Wolok |
Titolo: | The Silver Cord |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Death Knell Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 27:15 |
I lettori più attenti e affezionati di Aristocrazia forse ricorderanno che nei primi mesi dell'anno passato ebbi l'opportunità di recensire "TOTem Simius", ultimo parto di La Division Mentale. Un paio di settimane dopo, intervistai anche i due membri del progetto e in quell'occasione Mriik ci svelò di essere al lavoro su un nuovo disco dei Wolok: attivi da una decade circa e con già alle spalle tre album, questi ultimi tornano ora con l'opera che ci era stata anticipata, un EP limitato a trecento copie e intitolato "The Silver Cord".
Quanto ci viene offerto dai quattro pezzi che compongono la presente uscita è sicuramente ascrivibile al vasto universo del Black Metal, ma sarebbe quantomai riduttivo limitarsi a un'etichettatura tanto spicciola. L'impasto sonoro di "The Silver Cord" è infatti composto principalmente da riff incredibilmente dissonanti che potrebbero ricordare certi Deathspell Omega, ma il tutto è amalgamato con tracce di una sorta di Doom morboso ed estremamente acido, e con una corposa venatura sperimentale cesellata da accenni Noise e da ciniche progressioni Industrial.
Le atmosfere ricreate sono disturbanti, dannatamente caustiche e si insinuano nella mente dell'ascoltatore stuprandone la psiche, instillando nell'anima alienanti presagi di oscure catastrofi e scavando baratri di percezioni alterate, le quali ci conducono a una dimensione dall'aspetto post-apocalittico, cinerea, fredda, desolata e inospitale. Non nominerò un pezzo piuttosto che un altro, dal momento che il viaggio intrapreso durante l'ascolto di questo EP è da vivere nella sua interezza e sarebbe impossibile seguirlo scomponendo dall'insieme le quattro tappe di cui è formato.
Volendo fare un paragone con quanto ascoltato in "TOTem Simius", potrei affermare che, se La Division Mentale lascia emergere il lato più carnale e sulfureo dell'anima sperimentale dei componenti del gruppo, con Wolok abbiamo invece a che fare con un lavoro dai contorni più frastagliati e violenti; in un certo senso credo che "The Silver Cord" sia un disco più brutale (almeno a livello psicologico), assolutamente estremo e pesante, subdolo, sicuramente oscurissimo, disagiato e angosciante.
In poche parole, questa è di certo un'opera non adatta a tutti, poiché non è per nulla semplice reggere l'urto di un tale quantitativo di insania; tuttavia la verità è che la caratura artistica è talmente alta che sarebbe davvero un crimine non ascoltarlo soltanto per paura di smarrire il proprio raziocinio.
“Caput Mortuum” era molto buono, dovrò ascoltare anche questo.