WORMSAND – Wormsand
Gruppo: | Wormsand |
Titolo: | Wormsand |
Anno: | 2019 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Saka Čost |
Contatti: | ![]() ![]() ![]() ![]() |
TRACKLIST
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DURATA: | 21:09 |
Non lasciatevi confondere dalle foto promozionali, che tra camicie a scacchi, maglioni della nonna e barbozzi hipster possono far pensare che i Wormsand siano un gruppo grunge nato con trent’anni di ritardo. Mai come in questo caso mi sento di dire che l’abito non fa il monaco: questo trio di semi-sbarbatelli francesi mena le mani a suon di stoner-sludge come farebbero gruppi ben più rodati e blasonati.
Un EP di quattro tracce — per poco più di venti minuti di musica — è il biglietto da visita dei Wormsand, che con disillusione e ironia stoner sciorinano il loro repertorio, partendo con l’arpeggio di basso di Clément Mozzone su “Weedosaurus” al quale si aggiungono presto la batteria metronomica di Tom Valstar e la chitarra in overdrive di Julien Coppo. «Existence with no sense […] subsistence with no sense» cantano i Nostri con l’entusiasmo a mille tipico delle giovani generazioni, lo stesso che propizia il gioco nel titolo della seconda traccia (“Michel Sardoom” viene da Michel Sardou, cantante francese noto per le sue posizioni pro-colonialismo e pro-schiavismo). La psichedelia è il verme che striscia sotto il tappeto sludge di ogni brano e su “Rondelle” assume la forma del flanger che ritroviamo anche nella conclusiva “Bûche De Ramonage”: cinque minuti di doom senza esclusione di colpi durante i quali i Wormsand alzano una densissima cortina di fumo, squarciata dalla voce massiccia di Mozzone che grida «Cloud the light».
Questi ragazzi francesi ci invitano ad abbandonare ogni speranza, ma faremmo bene a tenercene un po’ da parte circa il loro futuro nel mondo della musica del demonio perché, anche se quello che propongono non è esattamente una novità, l’attitudine con cui si destreggiano tra le ceneri di questo panorama coi loro riff super-saturi promette botte da orbi.