YSENGRIN – To Endotaton | Aristocrazia Webzine

YSENGRIN – To Endotaton

 
Gruppo: Ysengrin
Titolo: To Endotaton
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: I, Voidhanger Records
Contatti: Sito web  Facebook  Youtube
 
TRACKLIST

  1. To Endotaton
DURATA: 40:06
 

Il nome Ysengrin non rappresenta solo una formazione, gli Ysengrin sono l'incarnazione in tutto e per tutto di ciò che è l'artista Guido Saint Roch e il francese ce l'aveva già dimostrato nel 2011, tirando fuori un gioiellino intitolato "Tragedies – Liber Hermetis", l'album divenuto sin da subito uno fra i miei ascolti più frequenti.

È trascorso un anno ed ecco che ho la fortuna di poter scrivere del successore di quel lavoro. Il transalpino ha mirato ancora più in alto, complicandosi la vita e riversando le sue fatiche compositive all'interno di un'unica traccia lunga quaranta minuti. L'espediente non è di certo nuovo, ma nel tempo sappiamo bene come abbia regalato sia capolavori, il classico dei classici rimane "Crimson" degli Edge Of Sanity, che aborti dei quali avremmo fatto volentieri a meno con grandissimo piacere, si vedano gli Impiety di quell'inutile mattone che è "Worshippers Of The Seventh Tyranny". Cosa sarà capace di offrire "To Endotaton"? Scopriamolo…

Muoversi nel mondo di Guido non è per nulla semplice, nel libretto informativo noto la presenza di una prima triade di parole in latino: theoria practica harmonia, a cosa si riferiranno? Cerco e ricerco su Google, provando a dare un senso e l'unico risultato che penso sia affine è legato alla "Filosofia Della Musica Nel Medioevo". Voi direte: perché proprio questo? Perché scrutando i testi appare un appiglio seppur flebile, in due circostanze compaiono infatti citazioni dantesche a chiusura di di due strofe: «ed ecco il loco ove convien che di fortezza t'armi» tratta dall'ultimo capitolo dell'Inferno (il canto trentesimoquarto v. 20-21) e «Correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto» dal secondo canto del "Purgatorio" (v. 122-123). Che anche la frase «ex ipso et per ipsvm et in ipso» («da questo e per questo e in questo») sia collegata a quel periodo? I malandati ricordi di temi ecclesiastici porrebbero tale pensiero all'interno dell'uso liturgico per la Santa Messa, ma su questo potrei essere in errore, è però certo che in quel periodo non esistevano altre forme se non il latino per recitarla.

E da quell'antica lingua a un panorama ancor più antico e storicamente importante, quello che fu la culla della civiltà, il testo scorre e scorre, e incrocio il nome Hylas, che conosciamo come Iolao, lo storico compagno di avventure di Ercole, il semi-dio greco figlio di Zeus e Alcmene. E allora il discendere, l'acqua e gli Inferi potrebbero essere legati alla seconda fatica, nella quale l'eroe uccide l'Hydra di Lerna? Guido parla però anche di portare la sua croce, e la croce sia come simbolo che come costellazione, insieme alla stella Sole e a tanti altri elementi del panorama astrale, nel corso dei millenni è stata collegata a divinità assai più importanti e considerate, in primis il figlio del Dio cristiano Gesù Cristo (non perché il più meritevole, solo perché il più noto). Allora qual è la verità che ci racconta? Leggete e provate a interpretare.

Ora immaginate di immettere questa miriade d'informazioni su una base musicale che cambia costantemente e che interpretandola si modella sia per evocazione sia per carattere, raggiungendo una forma adatta ad assecondare la narrazione. Abbiamo di tutto, da passaggi heavy e thrash ad aperture doom, da richiami che evidentemente attingono in zona black a fraseggi rimarcanti il death, la varietà c'è di sicuro.

"To Endotan" è ricco di misticismo, di motivazioni ancestrali e percorre ancora una volta un sentiero che si dirama in diverse direzioni, che sprofonda talmente tanto da arrivare al punto di riaffiorare in superficie, mostrandosi alla luce; è uno scontro fra psichedelia ridondante e fraseggi ripetuti che l'inconscio potrebbe apprendere come un ritornello; affronta di petto temi quali l'esoterismo e il passato dell'uomo attraverso una simbologia sia da guardare che da ascoltare. Avrete la pazienza e la costanza di (almeno) tentare di entrarvi in contatto? Ci vogliono tempo e perseveranza, l'ascolto deve perdurare nello stereo in modo da poter essere sviscerato.

A quanto pare — oltre alla presenza vocale di Saint Roch, di Aboth (Darkenhöld) alla batteria e Aldebaran (Ahorlac) alla chitarra e strumentazione medievali — sono presenti anche M degli Opera IX (già partecipe nel precedente lavoro), Scars dei Christicide e Yainnis dei Serpent Noir (questi ultimi sarebbero da seguire anche nelle rispettive e interessanti band) ad arricchire un "To Endotaton" che si candida a soggiornare per un bel po' nello stereo.

Siete di quelli che si lamentano usando frasi del tipo «oggi il metal è pieno di musica per cazzoni e ciuffi emo», «non ci sono più le formazioni che possiedono l'attitudine giusta» e «perché non si dà mai importanza ai testi»? Bene, gli Ysengrin sono ciò che cercate, hanno tutto ciò che desiderate, sta a voi adesso dare prova che un disco simile è realmente ciò che volete. In caso contrario avrete solo sprecato fiato per anni e si sa: a lamentarsi sono buoni tutti, a vivere e crescere con ciò che si dice di amare no.