ZERO DEGREE – Surreal World
La Germania si è rivelata negli anni un territorio inaspettatamente florido per il death melodico e il metal moderno in genere. Heaven Shall Burn, Neaera, Disillusion, Dark Age, Damnation Defaced, The Mistral, Harasai sono più che discrete rappresentanti di una vera e propria orda di band che, pur seguendo i canoni dettati dopo il 2000 da realtà illustri quali Dark Tranquillity e In Flames, o cimentandosi nelle abusate varianti core addicted hanno dato vita ad album di tutto rispetto. A questa già folta schiera si aggiungono gli Zero Degree, una formazione giovane proveniente dalla Turingia giunta al debutto tramite autoproduzione.
"Surreal World" si relega nella categoria ben fatto, ma nulla di nuovo, è una combinazione di quanto abbiamo già più volte ascoltato, soprattutto nelle fasi più incalzanti in cui la presenza dei colossi madre dello stile viene incontro in maniera decisamente distinguibile, si deve però riconoscere al sestetto (utilizzano tre chitarre) di possedere una vena compositiva discretamente florida specialmente per quanto riguarda l'avvenenza melodica della proposta e nell'accoppiata "Frozen Alive" e "The Storm And The Silence" sfoggiano appieno l'armamentario in loro dote.
Probabilmente per qualcuno in certi punti risulteranno sin troppo catchy, tuttavia l'assenza degli inserimenti di voce pulita tanto di moda oggi — questi spesso riducono i ritornelli a cantilena e di conseguenza i pezzi a veri e proprie hit sì, ma pop — gioca a loro vantaggio.
In scaletta non si registra la presenza né di cali evidenti né di tracce capolavoro, "Surreal World" è un album gradevole dall'inizio alla fine che sfrutta consapevolmente le doti in fase di maturazione di ragazzi alla prima prova: l'aggressività di "Grapes Of Wrath", le movenze sognanti di "Whispering Age" e quelle varie e scapoccianti di "Virus, i sintetizzatori che fanno capolino all'interno della titletrack e la doppietta conclusiva "Where Angels Die" e "The Fog" che si allinea con quanto già esplicato dalle precedenti. Ci vengono quindi regalati una cinquantina di minuti senza infamia né lode che svolgono il loro sporco lavoro raggiungendo l'obbiettivo.
Gli Zero Degree devono ancora crescere, la strada da percorrere è tanta ed è lì dinanzi a loro. Certo è che un'uscita come "Surreal World" verrà ben accolta da chi ha una sfegatata passione per il melodic death dell'ultima decade, a loro quindi consiglio l'ascolto di questi promettenti tedeschi.