GORGONEA PRIMA – Black Coal Depression | Aristocrazia Webzine

GORGONEA PRIMA – Black Coal Depression

 
Gruppo: Gorgonea Prima
Titolo: Black Coal Depression
Anno: 2010
Provenienza: Repubblica Ceca
Etichetta: Naga Productions
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TRACKLIST

  1. Daylight Pollution
  2. Blast Furnace
  3. Corroded Landscape
  4. Eclipsed By The Sun
  5. Biomechanic Soul
  6. Predestination Of Spectacular Being
  7. 100 Years Of Industrial Burial
  8. Digital Desire
DURATA: 40:49
 

È il momento dell'assegnazione di alcuni promo di black metal e dintorni in redazione, faccio una capatina sulla pagina Myspace degli a me sconosciuti Gorgonea Prima e la prima cosa che penso è: «ma si tratta di pezzi degli Aborym dei tempi di "Fire Walk With Us"? Oppure Nysrok è tornato in formazione?». Ovviamente scarto entrambe le ipotesi, in quanto la coppia composta da Hogath (voce, chitarra, drum-machine, tastiere e campionamenti) e Tyrael (chitarra, tastiere e campionamenti) viene dalla Repubblica Ceca ed esordisce su Naga Productions.

"Black Coal Depression", come giustamente riportato dalla band, è un disco di electro-industrial black metal in cui l'influenza della band principale di Fabban è palese, principalmente del periodo fra secondo e terzo album, anche se non riesce a raggiungere l'acidità dell'uno, nè la cinica e fredda violenza dell'altro ("With No Human Intervention"); marginali invece i richiami a Diabolicum e The Berzerker. La drum machine pompa ritmiche che sanno variare dalla velocità sparata a beat più pesanti, che addirittura per pochi secondi nell'incipit di "Blast Furnace" sanno di gabber, mentre per il resto hanno un gusto ebm; lo scream è adeguato alla proposta, risultando molto simile a quanto proposto da Aborym ma senza i tocchi di genio di Attila o Prime Evil, da sottolineare però la prova volutamente sguaiata (da gruppo depressive-suicidal mi verrebbe da dire) in "Corroded Landscape", pezzo che si presenta come quello dai toni più avantgarde, beneficiando inoltre di voci pulite femminili. Anche gli effetti, i campionamenti e i vari sintetizzatori utilizzati richiamano il gruppo capitolino, con atmosfere ora più cibernetiche, ora più spaziali.

Tutti i pezzi sono ben costruiti, cercando di proporsi coerenti col contesto generale ma anche ben individuabili e differenziabili, proponendo inoltre continui cambi di tempo e atmosfera in una sorta di sali e scendi da tachicardia. Un appunto che mi sento di fare è che avrei gradito le sezioni aggressive e spinte davvero martellanti, cioè ancora più veloci e violente.

Alla luce di quanto detto, il verdetto finale su "Black Coal Depression" è positivo, i Gorgonea Prima hanno assimilato e riproposto in maniera adeguata le proprie influenze, limitando per ora la personalità. Se in futuro riusciranno a esprimere appieno questo fattore, caratterizzando la proposta musicale, calcando inoltre la mano sulle diverse atmosfere, potremmo ritrovarci per le mani un gruppo da seguire con interesse.