Mrs. Piss - Self-Surgery

MRS. PISS – Self-Surgery

Gruppo: Mrs. Piss
Titolo: Self-Surgery
Anno: 2020
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Sargent House
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TRACKLIST

  1. To Crawl Inside
  2. Downer Surrounded By Uppers
  3. Knelt
  4. Nobody Wants To Party With Us
  5. M.B.O.T.W.O.
  6. You Took Everything
  7. Self-Surgery
  8. Mrs. Piss
DURATA: 18:46

Che il mondo abbia bisogno del femminismo è lampante. Che il mondo abbia ancora bisogno delle Riot Grrrl, movimento musico-culturale di matrice punk e squisitamente novantiana, forse è un’urgenza sottovalutata persino in ambito alternativo. Di esempi virtuosi ce ne sono (Lingua Ignota, per fare il nome di una degna erede in ambito estremo), eppure quando ho ascoltato Self-Surgery nel mio cuore si sono avvicendati entusiasmo e rammarico. Di dischi così, lo anticipo, ne andrebbero cotti a profusione. Il lavoro è frutto di due musiciste eccelse: l’indispensabile Chelsea Wolfe in compagnia della sua vecchia conoscenza Jess Gowrie, unite in un tag-team anti-fallocrate sotto il nome di Mrs. Piss.

Ridurre Self-Surgery a manifesto d’intenti, tuttavia, distaccherebbe l’ascoltatore da buona parte della sua grottesca bellezza. L’album, anticipato dal doppio singolo “Downer Surrounded By Uppers”-“Knelt”, incanala le competenze di due artiste poliedriche in una manciata di tracce inviperite e angoscianti. L’ascoltatore addomesticato dai lavori di Wolfe ben (ri)conoscerà la peculiare sonorità ariosa e angosciante, che qui si innesta sulla più vigorosa delle attitudini punk. In effetti il progetto Mrs. Piss nasce in parallelo all’album di Wolfe Hiss Spun, del 2017, dalla riscoperta personale-lavorativa tra le due musiciste nonché delle correnti alternative di trent’anni (!) fa.

Così l’idea si è fatta disco, e si è fatta disco buono. Gli otto brani, tutti piuttosto brevi, sono incisivi, coerenti, personali, sentiti: definizioni certo sdoganate, ma se presterete venti minuti scarsi all’ascolto di quest’album difficilmente non vi baleneranno in testa. Arduo, invece, individuare i punti più meritevoli, proprio in virtù della forte coesione mantenuta attraverso tutti i frammenti, affilati come bisturi. Le dichiarazioni di Wolfe e Gowrie fanno ben sperare che l’autochirurgia non sia stata un caso isolato, ma che nei prossimi anni possa diventare una realtà consolidata e coinvolgere ulteriori donne della scena artistica alternativa. Ah, la copertina si trova in due versioni: una è castigata, l’altra è quella che inchiostra l’anima vera della Signora Piscia. Qualche dubbio sulla nostra scelta?