SERCATI – Devoted, Demons And Mavericks
L’idea di usare diversi linguaggi espressivi, come scrittura, immagini su pellicola e musica, per tratteggiare il profilo di un personaggio di fantasia e le vicende delle quali è protagonista ha avuto l’indubbio pregio di smuovere subito la mia curiosità. Al centro della narrazione troviamo il Nightstalker, un anti-eroe sui generis, nato dalla fervida immaginazione di Steve “Serpent” Fabry, al quale dobbiamo tra l’altro la nascita dei Sercati. La formazione belga, completata da Simon Charlier alla chitarra e Yannick Martin alla batteria, è attiva da ormai dieci anni e con Devoted, Demons And Mavericks giunge al traguardo della quarta pubblicazione.
Se l’universo costruito attorno al Nightstalker è, come vi anticipavo, estremamente vario, in questa sede ci limiteremo a giudicare come si comporta il gruppo di Verviers sotto il profilo musicale. L’obiettivo dichiarato è quello di proporre black metal sinfonico, ma posso subito anticipare che i tre belgi lo raggiungono solo in parte. Certo, orchestrazioni che ricordano i Dimmu Borgir dell’ultimo Eonian, come anche una componente estrema che riprende i dettami di scuola Catamenia, sono presenti, tuttavia l’etichetta che i Sercati si assegnano temo non sia la più adeguata. Arrivati al termine dei 38 minuti qui presenti, la sensazione è piuttosto quella di avere a che fare con un gruppo che deve molto ai Devilment del malvagio folletto inglese Dani Filth, complice anche la voce di Fabry che lo ricorda in diversi frangenti.
Nonostante i numerosi anni di esperienza sulle spalle, i Sercati pagano un approccio forse troppo semplicistico al genere, ponendo fianco a fianco soluzioni e melodie indovinate, oltre che abbastanza orecchiabili (come in “The Purgatory”), ad altre di una banalità disarmante. Tuttavia, i brani sono abbastanza brevi per evitare all’ascoltatore di ricorrere allo stratagemma dello skip, anticipandolo prima che la noia prenda il sopravvento. Lascio però a voi giudicare se questo aspetto sia riconducibile ai pregi o ai difetti di Devoted, Demons And Mavericks.
In conclusione, se avvicinata con le giuste premesse e aspettative, la quarta prova della formazione vallone risulta scorrevole, con qualche buona intuizione e un contesto narrativo originale e ben costruito a contorno.