ACROSOME – Non-Pourable Lines
Gruppo: | Acrosome |
Titolo: | Non-Pourable Lines |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Turchia |
Etichetta: | Dusktone |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 33:33 |
Raramente ci si imbatte in nomi insoliti come quello del progetto turco Acrosome, parola che indica la protuberanza situata sulla testa degli spermatozoi, e che contiene l'enzima necessario a entrare nella cellula uovo per la fecondazione. Probabilmente si tratta di un'allusione all'approccio sperimentale e pronto a esplorare diversi campi, partendo da un impianto abbastanza riconoscibilmente vicino al black metal, ma che non si fa scrupoli a sconfinare in territori completamente diversi.
Dopo il sorprendente EP del 2011 "Dementia Praecox", questa one-man band ha proseguito il suo cammino sotto il mantello dell'etichetta italiana Dusktone, sempre attenta agli ambienti sperimentali in qualche modo legati al black metal. Il disco di debutto "Non-Pourable Lines" uscito nel 2014 si assesta sulla significativa durata di 33'33", restando quindi piuttosto breve per un album. Ottima l'accoppiata di partenza con la pacata introduzione "I" seguita dall'aggressiva "II", più vicina al black metal vero e proprio.
I pezzi sono intitolati con i numeri romani da uno a sette, con la traccia finale che porta anche il sottotitolo "Today Is Yesterday". Il disco presenta momenti estremamente interessanti, che più di una volta rendono stretta la definizione di metal per lo stile musicale di Acrosome. A dire il vero, il nostro DA (questo il nome d'arte del multistrumentista che ha creato il progetto) sembra paradossalmente più in difficoltà quando è alle prese con le sezioni più canoniche della proposta, mentre il resto scorre via meglio. "Non-Pourable Lines" è un ottimo esordio con qualche momento un po' sconnesso dal resto; non ho trovato particolarmente consistenti alcune scelte sentite in "III", che è un po' il pezzo manifesto dell'album (le parti soliste di tastiera, bella la sezione rallentata nel finale).
Il lavoro è quasi interamente strumentale e l'atmosfera inquieta viene fuori in maniera molto esplicita. Il brano finale "VII – Today Is Yesterday" è abbastanza diverso dal resto, posizionandosi come una nota a margine dopo l'outro. Una canzone depressive rock abbastanza canonica cantata dallo stesso DA, e lo stile vocale non è niente di straordinario; verso la metà il ritmo si trasforma in una cavalcata in blast beat. Probabilmente il Nostro potrebbe beneficiare dall'aiuto di altri musicisti per la prossima uscita, concentrandosi così su aspetti singoli, per esempio lasciando le eventuali parti cantate a qualcun altro. Il potenziale c'è e si vede in molti frangenti ("V" è per esempio un pezzo molto riuscito), ma è forse altrettanto necessario un ulteriore sforzo per offrire un'opera più completa sulla media o lunga distanza.