FRACTAL GATES – Beyond The Self | Aristocrazia Webzine

FRACTAL GATES – Beyond The Self

 
Gruppo: Fractal Gates
Titolo:  Beyond The Self
Anno: 2013
Provenienza:   Francia
Etichetta: Great Dane Records
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TRACKLIST

  1. Visions VII
  2. Dissonance
  3. Everblaze
  4. On Your Own
  5. The Sign
  6. Visions VIII
  7. Timeless
  8. We Are All Leaders
  9. Reverse Dawn
  10. Mighty Wings [cover Cheap Trick]
  11. The Experiment
  12. Beyond The Self
  13. Glooms Of Cyan
  14. Visions IX
DURATA: 50:36
 

I Fractal Gates sono cresciuti: la formazione si era sfogata con il debutto "Altered State Of Consciousness" fornendo una prestazione piacevole, ma in fin dei conti carente di pathos e in alcuni frangenti troppo standard; non ero rimasto granché impressionato, tuttavia l'album faceva intendere che ci fosse del materiale malleabile su cui poter lavorare. Con "Beyond The Self" i transalpini sembrano proprio aver cambiato marcia, trovando sia la dimensione che la modalità d'espressione a loro più consone.

Il melodic death proposto è caratterizzato dalla consistente quantità di tratti sognanti ed evocativi e da una forte connotazione di stampo anni Novanta. Le influenze principali provengono da formazioni quali Edge Of Sanity, Septicflesh, Katatonia, Paradise Lost: ciò fa sì che il suono si mantenga vibrante, in bilico fra il grigiore perlaceo, il trasporto emotivo degli ultimi citati e i tagli più ruvidi e i cambi di rotta stilistici improvvisi classici dei primi; non è di certo casuale la presenza di Dan Swano in qualità di cantante (in "Everblaze" e all'interno della cover dei Cheap Trick "Mighty Wings") e di uomo dietro al mixer (la produzione dell'album si è svolta tanto per cambiare agli Unisound), né la collaborazione di Sotiris Vayenas in "Timeless". Tali peculiarità permettono alla scaletta di snodarsi con eleganza e passione di brano in brano e di regalarci così delle vere perle come le già citate "Everblaze" e "Timeless", "The Sign", "We Are All Leaders", la traccia che porta il titolo del disco e "Glooms Of Cyan".

"Beyond The Self" mi ha reso positivamente nostalgico: mi ha riportato alla mente quel periodo di svolta iniziato intorno al 1996 che, seppur non per molto, continuò a sfornare uscite affascinanti, sia per il gusto melodico in loro possesso che per il tentativo di andare oltre gli schemi compositivi che sino a quel momento avevano contraddistinto la scena. I Fractal Gates, pur essendo anagraficamente lontani da quella importante parentesi, avrebbero potuto tranquillamente viverla: lo spirito e la musica li rendono particolarmente affini.

Questa compagine francese rientra in quella stretta cerchia di band che gli appassionati del genere, ormai stanchi di ascoltare pallidi cloni dei soliti noti, dovrebbero prendere in considerazione quale possibile acquisto. Reputo infatti che un lavoro del calibro di "Beyond The Self" non esca tutti i giorni e ciò ci fa ancora sperare che questo genere, divenuto stantio nel corso degli anni, possa emozionarci nuovamente.