ДРЁМ – 2 | Aristocrazia Webzine

ДРЁМ – 2

 
Gruppo: Дрём
Titolo: 2
Anno: 2015
Provenienza: Russia
Etichetta: Solitude Productions
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TRACKLIST

  1. Мёртвый Город [Mertvyj Gorod]
  2. Рисунок [Risunok]
  3. Метель [Metel']
  4. Она [Ona]
DURATA: 57:00
 

Durante questo 2015 la corrente Funeral Doom ci ha regalato diversi lavori, in primis da band già conosciute quali Skepticism e Shape Of Despair, ma anche l'underground si è difeso bene. Il misterioso progetto Дрём (traslitterato Dryom) fa sicuramente parte della seconda categoria e quest'anno ha pubblicato la sua seconda fatica.

Gli scenari che questo disco vuole ricreare sono fatti di fredde notti trascorse in città abbandonate, con grigie nuvole a coprire ogni stella e qualche lampione malfunzionante a darci quel minimo di luce per renderci conto della desolazione che ci circonda. Il minimalismo dei brani non lascia scampo: parti di batteria elementari e ripetitive scandiscono i lenti ritmi sui quali chitarre — distorte e non — senza vita e tastiere vagamente spettrali costruiscono il palco in cui recitare i quattro atti della propria tragedia. L'oppressione derivata da ciò assume una forma leggermente diversa nei pochi passaggi che vedono qualche accelerazione che spinge timidamente verso il Doom-Death, in particolare nella prima e nella terza traccia; è invece la semplicità cruda e senza fronzoli a dominare la scena, specialmente nelle sei corde che offrono riff dilatati e scarni. Alcune scelte possono ricordare in qualche modo il sound di Ankhagram, solo trasposto in una visione meno gotica e più vicina ai tempi moderni; ciò si nota ad esempio nel modo in cui si inseriscono le tastiere e il growl, così come dalla chitarra acustica.

Esiste però un'altra faccia di Dryom che si palesa in tutti i pezzi, anche se solo in determinate fasi: questa seconda anima è la volontà di aggiungere un aspetto etnico al sound ed è rappresentata da due strumenti tradizionali. Il primo a fare il suo ingresso è lo scacciapensieri, il cui inserimento risulta sempre sorprendentemente azzeccato; purtroppo ciò non si può dire per l'altro elemento, il flauto, che sembra addirittura stonato e fuori luogo. L'idea sarebbe potuta essere buona, ma al contrario è finita per diventare un difetto difficilmente ignorabile; fortunatamente il problema è presente solo in alcuni passaggi, limitando così i danni, ma rimane una caratteristica su cui lavorare in futuro.

Tutto sommato "2" è un lavoro che si fa ascoltare, si adagia su strade già percorse però al tempo stesso cerca di trovarne qualcuna ancora poco esplorata. Personalmente non ricordo di aver mai sentito un lato Folk così pronunciato in ambito Funeral Doom e devo dire che nel complesso mi ha soddisfatto; se Dryom decidesse di lavorare maggiormente su questo aspetto nei prossimi album, potremmo avere qualche bella sorpresa. Rimane comunque un disco consigliato solo ai seguaci del genere, il suo minimalismo lo rende poco accessibile a chi non è avvezzo a certe sonorità, ma in fondo è giusto così.