Extrema Ratio #58: 09/02/23-15/02/23 | Aristocrazia Webzine

Extrema Ratio #58: 09/02/23-15/02/23

Altro nuovo episodio di Extrema Ratio, la rubrica settimanale targata Aristocrazia dedicata alle nuove uscite (appena pubblicate o imminenti) del panorama black e death metal underground. Ecco le band protagoniste del numero cinquantotto: Austere, Tribe Of Pazuzu, Spirit Possession, Hyperdontia, Enisum, Plague Bearer, Duthaig, Skrying Mirror.

G.E.F.


1. Austere – “Sullen” (da Corrosion Of Hearts, depressive black metal)

Etichetta: Lupus Lounge / Prophecy Productions
Data di pubblicazione: 28 aprile 2023

Il ritorno sulle scene degli Austere è sicuramente una grande notizia per gli appassionati del duo australiano, punto di riferimento del depressive black metal dalle sonorità più atmosferiche. To Lay Like Ashes, il secondo album pubblicato nel 2009, è uno dei dischi più influenti e rappresentativi di questa corrente, e l’hype verso un nuovo disco che arriva ben quattordici dopo non può che essere giustificato.

L’aspetto che rese più famosi gli Austere, e in particolare To Lay Like Old Ashes, fu la loro emotività. Il lungo singolo “Sullen”, che dura una dozzina di minuti, indubbiamente riprende questo approccio, puntando sul lato più atmosferico e depressivo del black metal. La produzione, come negli album precedenti della band australiana, è piuttosto grezza, ma senza che ciò vada a inficiare sulle melodie trasognate e amare proposte dal duo. Resta da vedere l’impatto che l’album avrà nel suo complesso, ma le premesse affinché Corrosion Of Hearts sia un buon successore di To Lay Like Old Ashes sicuramente ci sono.


2. Tribe Of Pazuzu – “Blasphemous Prophecies” (da Blasphemous Prophecies, blackened death metal)

Etichetta: Vic Records
Data di pubblicazione: 24 marzo 2023

Blasphemous Prophecies è il primo album dei Tribe Of Pazuzu, una sorta di supergruppo blackened death metal che conta nomi decisamente noti nella scena. Su tutti, rubano l’occhio Flo Mounier, leggendario batterista dei Cryptopsy, e John McEntee, volto più rappresentativo degli Incantation.

I quattro minuti circa della title track propongono un death metal assatanato, violento e decisamente blasfemo. Il singolo, inoltre, risulta sporcato in più passaggi da una certa componente black metal, comunque minoritaria rispetto a quella death, che mi ha un po’ riportato alla mente i francesi Arkhon Infaustus. A rubare la scena in questo brano sono anche gli assoli, assordanti e diabolici. I Tribe Of Pazuzu sembrano così essere un supergruppo piuttosto interessante, che non cerca contorti intellettualismi quanto piuttosto onestà stilistica e coerenza di intenti.


3. Spirit Possession – “Second Possession” (da Of The Sign…, black metal)

Etichetta: Profound Lore Records
Data di pubblicazione: 31 marzo 2023

Personalmente non ho mai nascosto l’ammirazione per Steve Peacock e i suoi progetti, su tutti Pandiscordian Necrogenesis, Ulthar, Mastery e appunto Spirit Possession, di cui parlai da queste parti ai tempi del primo album. Of The Sign… è il secondo disco di quest’ultimo gruppo, caratterizzato da un black metal furioso e intriso di influenze heavy e thrash.

Il primo singolo estratto, intitolato “Second Possession”, dimostra come non sia cambiato molto dal primo album. Tra melodie sinistre e sentori di heavy-thrash, la prova degli Spirit Possession trova sicuramente origine nel black metal anni Novanta, ricevendo però grosse influenze dalla cosiddetta first wave of black metal. Questo compendio stilistico è già stato affrontato, in misura diversa, da band come Funereal Presence, Negative Plane, Predatory Light e Cultes Des Ghoules, e gli Spirit Possession si inseriscono in questa ottica. Già la sola presenza di Steve Peacock, comunque, dovrebbe essere di per sé un motivo più che valido per aspettare con ansia l’uscita di Of The Sign…


4. Hyperdontia – “Deluded” (da Deranged, death metal)

Etichetta: Me Saco Un Ojo Records / Dark Descent Records / Desiccated Productions
Data di pubblicazione: 15 marzo 2023

Con membri danesi, polacchi e turchi, i deathster Hyperdontia sono uno dei nomi più interessanti degli ultimi anni per quanto riguarda l’underground. La band internazionale sembra aver convinto tutti, dopo due full length e una serie di split e uscite minori. In arrivo a marzo c’è un nuovo EP, intitolato Deranged.

Come spesso accade, viene rispettato il detto squadra che vince, non si cambia. E qui per squadra si intende la formula. Gli Hyperdontia continuano infatti imperterriti a interpretare il death metal alla loro putrida maniera, prendendo spunto da band quali Incantation e Dead Congregation e puntando su una produzione piuttosto oscura. Dopo le belle mazzate dello scorso Frantic Fest a cui io e Oneiros assistemmo, posso dire che la cattiveria degli Hyperdontia tra sede live e studio resta pressoché immutata, motivo per cui la band è sinonimo assicurato di qualità.


5. Enisum – “Night Forest” (da Forgotten Mountains, atmospheric black metal)

Etichetta: Avantgarde Music
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2023

Tra i nomi italiani più interessanti e riconosciuti in ambito atmospheric black metal ci sono i piemontesi Enisum. Dopo un break di quattro anni dal precedente Moth’s Illusion, la band sta tornando con il settimo album intitolato Forgotten Mountains.

Personalmente, mi ero avvicinato agli Enisum qualche anno fa ai tempi di Arpitanian Lands, soprattutto a causa del riuscitissimo brano “Chiusella’s Waters”. Trovarli così in forma a oltre sette anni di distanza fa sicuramente piacere: la proposta dei piemontesi non è cambiata molto, risultando sempre incastonata in un black metal di stampo atmosferico e dal sapore cascadian. Per intenderci, più che nei lunghi riff dei Wolves In The Throne Room, però, la band sembra seguire la scia dell’emotività degli Agalloch, band di cui molti oggi si ritengono orfani. Ecco, in tal senso gli Enisum sono forse tra i più vicini eredi dell’ormai storico gruppo di Portland, quantomeno nei momenti più black metal della band statunitense.


6. Plague Bearer – “Antichristian Inquisition” (da Summoning Apocalyptic Devastation, black-death metal)

Etichetta: Nameless Grave Records
Data di pubblicazione: 3 marzo 2023

La storia dei Plague Bearer è un po’ particolare, perché il gruppo black-death è nato all’inizio degli anni Novanta per poi evolversi nei Drawn And Quartered. Successivamente il loro fondatore Kelly Kuciemba decise di resuscitare i Plague Bearer, tenendoli attivi come side project dei Drawn And Quartered.

Per la band statunitense va fatto un discorso probabilmente simile a quanto già detto a proposito dei Tribe Of Pazuzu. Ovverosia, la proposta è quella di un death metal molto serrato e diabolico, certamente satanico e anticristiano fino al midollo. Nei Plague Bearer, però, il riffing e la produzione si spostano ancora più verso il cosiddetto war metal, quindi con suoni più sporchi, accordature ribassate e ritmiche quasi grindcore. A riprova di tale tendenza, la traccia che apre l’album — non ancora ascoltabile — si chiama “Unholy Black Satanic War Metal”: di per sé una chiara dichiarazione di intenti. 


7. Duthaig – “Teeth Of The Earth” (da Hiraeth, atmospheric black metal)

Etichetta: Flowing Downward
Data di pubblicazione: 10 marzo 2023

L’album di debutto degli svizzeri Duthaig ha avuto una genesi alquanto difficoltosa, visto che sarebbe dovuto uscire l’anno scorso su BMC Productions. Per via dei problemi dell’etichetta bulgara, il disco tuttavia non è stato ufficialmente distribuito, perciò la band ha deciso di affidarsi alla nostrana Flowing Downward per pubblicare Hiraeth con tutti i crismi.

Il singolo “Teeth Of The Earth” mette in mostra un black metal atmosferico e tirato, dalle tinte post- e accompagnato da notevoli blast beat, anche in questo caso evidentemente seguace della scena cascadian. Un elemento che sembra caratterizzare i Duthaig rispetto alle tante band atmospheric black che affollano l’underground è l’interpretazione vocale, decisamente più estrema e brutale della media, quando generalmente si adotta per un approccio meno protagonista e più da sfondo. Nel complesso comunque molto buona la prova degli elvetici.


8. Skrying Mirror – “Fractals” (da Omnimalevolence, industrial black-death metal)

Etichetta: I, Voidhanger Records
Data di pubblicazione: 3 marzo 2023

Formazione che si divide a metà tra Stati Uniti e Finlandia, anche se lo stesso Reuben Christopher Jordan è statunitense, gli Skrying Mirror debuttano su lunga distanza con Omnimalevolence, dopo un EP pubblicato due anni fa. La lineup peraltro sembra promettere molto bene, dal momento che comprende membri di Ævangelist, Blattaria e Witchbones.

Proprio dagli Ævangelist viene traslato un certo senso di disgusto, orrore e malessere, qui filtrato e forse anche estremizzato da una forte patina industrial. “Fractals”, il singolo scelto da me e qui disponibile per l’ascolto, è un brano che non ha il suo focus nel riffing quanto nell’atmosfera, stralunata e inquietante. In poche parole, quello che tentano di fare gli Skrying Mirror è di recuperare una certa tradizione black-death metal sperimentale e atmosferica, infondendovi gli elementi industrial di Blut Aus Nord e Axis Of Perdition. La missione sembra decisamente compiuta.