Kadaver/Listing - Kadaver/Listing

KADAVER/LISTING – Kadaver/Listing

Gruppo: Kadaver/Listing
Titolo: Kadaver/Listing
Anno: 2021
Provenienza: Israele / U.S.A.
Etichetta: Aestethic Death Records
Contatti: Facebook  Bandcamp  Spotify  Soundcloud
TRACKLIST

  1. Aquatic Demonic
  2. Razor Love Orchestra
  3. Rusty Empty Heart
DURATA: 45:03

Ammetto, in tutta onestà, che decidere come impostare questo articolo ha richiesto tempo, forse molto più del solito. Non è la prima volta che su queste pagine passano dischi difficili — personalmente penso a quello di Creature — ma in questo caso più che con musica vera e propria abbiamo a che fare con suoni e rumori.

Cominciamo dal principio. Kadaver/Listing è frutto di una collaborazione tra due menti separate da migliaia di chilometri, Kadaver da Israele e Listing dagli Stati Uniti, e consta di tre quarti d’ora di harsh noise, soundscape e power electronics in sole tre tracce. Un muro di suono suddiviso in tre blocchi impenetrabili che, ascoltati in cuffia, fanno perdere qualsiasi tipo di contatto con l’esterno.

Impossibile non notare che il titolo di ciascun brano descrive e anticipa letteralmente il brano stesso: ecco che “Aquatic Demonic” ci infila la testa sott’acqua e ci ritroviamo in un vortice di caos in cui l’unica cosa chiara è il suono demoniaco del mostro marino che sta a pochi metri da noi, a cui presta la voce Listing. Se continuiamo su questo principio, si può facilmente immaginare quale sia il rumore dominante di “Razor Love Orchestra”, ovvero un tripudio di lame elettriche che ronzano rabbiose, mentre in “Rusty Empty Heart” le voci umane — con tutte le distorsioni del caso, si intende — sono completamente assenti e sembra quasi di essere immersi in un rumore bianco più intenso che mai. Sorpresa finale: Kadaver/Listing si arricchisce, negli ultimi due minuti, di suoni prodotti da strumenti veri e propri, non vorrei azzardare ma mi danno l’idea di essere tratti da qualche film muto.

Non siamo al cospetto di un disco convenzionale, certo non per i miei gusti, ma sorprendentemente ascoltarlo più volte è stato meno complesso che parlarne. A un approccio superficiale la prima cosa che si nota è un casino senza senso, mentre in cuffia si riesce a cogliere una gamma di sfumature ben più ampia e l’impressione è di stare sul set di un film horror. Non posso dire che Kadaver/Listing sia realizzato male, lo studio alle sue spalle è innegabile e fa esattamente ciò che promette, vale a dire terrorismo audio se vogliamo usare le parole di Kadaver.

Purtroppo l’harsh noise probabilmente in questo momento non fa per me, magari ne riparliamo tra qualche anno. Sento comunque di voler consigliare questa opera qualora si senta il bisogno o la mera curiosità di oltrepassare i propri limiti per un’oretta scarsa.