PENFIELD – Parallaxi5 | Aristocrazia Webzine

PENFIELD – Parallaxi5

 
Gruppo: Penfield
Titolo: Parallaxi5
Anno: 2016
Provenienza: Svizzera
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. [Hapax] Rosen
  2. La Physique Anarchique
  3. Apax 34 002 [con Walther Gallay]
  4. [Hapax] Abyss
  5. Fashioned Wonderland [con MC Xela]
  6. [Hapax] DNA
  7. L'Anonyme [con Capt. Etc.]
  8. Les Sentiers Goudronnés
DURATA: 40:12
 

Avete presente quello screensaver di Windows 98 con poligoni che si intrecciano e cambiano colore? So che è un'analogia alquanto strana, eppure è la prima immagine che ho associato al nuovo album dei Penfield. E — come potete vedere — la copertina sembra suggerire qualcosa di simile.

Ascoltare la musica del quintetto di Ginevra, osservandone l'evoluzione, l'attenzione ai suoni e l'immaginario fatto di scenari psichedelici, virtuali e retrofuturistici, è un po' come guardare quelle linee cambiare tonalità e posizione: pur essendo in apparenza semplici e limitate nei loro movimenti, le modalità in cui possono combinarsi sono pressochè infinite. L'importanza dell'aspetto visuale viene inoltre rimarcato dalla presenza di un VJ ai concerti, in modo da rendere l'esperienza più completa.

La musica dei Penfield è identificabile in un amalgama di Jazz-Fusion e Prog Rock dai toni vagamente spaziali, due stili che si conoscono da molto tempo, la cui unione pare avere ancora tanto da offrire. I quaranta minuti di "Parallaxi5" sono un viaggio in una realtà parallela in cui le sei corde sorprendono in continuazione con lunghi e gustosi assoli, spesso in gara con un sassofono a chi è più meritevole di avere i riflettori puntati su di sè; la situazione si complica ulteriormente quando anche basso e contrabbasso non riescono a nascondere la necessità di mettersi in mostra, risultando talvolta vincenti sui due avversari. In questo marasma è compito della batteria assecondare i bisogni dei tre contendenti e allo stesso tempo dettare loro le regole, mentre un Fender Rhodes trova comunque il modo di far sentire il suo caratteristico suono.

I Penfield riescono a gestire con grande abilità il loro personale caos, al contrario portando in esso un ordine e una logica ben definiti che consentono ai musicisti di divertirsi con ulteriori sperimentazioni, grazie all'uso di sintetizzatori Moog e Mininova, di un Ebow e di un'elettronica non eccessiva ma comunque decisiva nel trasformare alcuni brani: gli esempi migliori sono la traccia in apertura e "Apax 34 002", fondamentalmente due pezzi di stampo Jazz che si avvicinano senza difficoltà al Trip-Hop e nel secondo caso addirittura all'EDM verso la fine. In generale la band riesce a rendere sempre varia la propria proposta, ad esempio con alcune fasi aggressive come nell'accoppiata conclusiva, altre atmosferiche in "[Hapax] Abyss", per poi andare in tutt'altra direzione con le ritmiche quasi Disco di "[Hapax] DNA"; vale la pena di menzionare anche "La Physique Anarchique", godibilissima in tutti i suoi (quasi) tredici minuti che volano in un battibaleno, grazie all'abilità del gruppo nel riuscire a intrattenere l'ascoltatore senza un attimo di debolezza.

La formazione di per sè predilige un approccio strumentale, tuttavia la presenza vocale viene rappresentata da alcuni campionamenti e da tre collaborazioni: ancora la fantascientifica "Apax 34 002" è accompagnata dalla teatralità di Walther Gallay; "Fashioned Wonderland" si avvale invece di MC Xela per spingersi coraggiosamente in territori Soul, Hip-Hop e R&B; infine, Capt. Etc. e le sue cascate di parole arricchiscono la già dinamica "L'Anonyme", anch'essa dai suoni molto sci-fi.

"Parallaxi5" è in definitiva un ottimo lavoro, curato in ogni dettaglio e privo di difetti veri e propri; chiunque apprezzi i generi proposti dai Penfield e in particolare la loro unione troverà in questo disco un'ottima compagnia.